Ieri, 29 luglio, era l’anniversario dell’attentato compiuto da Gaetano Bresci, l’anarchico che nel 1900 uccise il re d’Italia Umberto I.
Rientrando da una serata al cinema (pessimo film: Paz) ho accompagnato a casa alcuni amici e abbiamo notato che in Corso Vittorio Emanuele erano stati affissi alcuni cartelli commemorativi. A dire il vero, non erano proprio commemorativi. Riproducevano semplicemente i cartelli stradali, quelli che indicano le vie.
C’era scritto semplicemente:
+-------------------------------------------+ | V I A | | G A E T A N O B R E S C I | | | | (anarchico regicida) | +-------------------------------------------+
Non so quando sono stati affissi, ma erano gia’ quasi tutti strappati e non so quante persone sono riuscite a vederli.
In Italia e’ pieno di vie intitolate a Bava Beccaris (generale che sparo’ tra la folla causando circa 100 morti e 500 feriti) e a Umberto I (che lo decoro’).
Invece non ce n’e’ neppure una intitolata a Bresci…
c’è…a prato
Grazie Michela! Il mio post ha la data del 2002. Ci sono voluti ben 5 anni e mezzo perchè qualcuno mi indicasse una strada dedicata a Gaetano Bresci. Ecco il collegamento alla mappa! Se qualcuno ne ha trovate altre me le mandi pure!
A Prato invece c’è, via Gaetano Bresci
Scusa non avevo visto la risposta
Mi pare giusto e sacrosanto, Bresci fu solo un assassino che uccise il nostro re. Solo un pazzo può intitolargli una via!
@Michele, e cosa pensi del re e, soprattutto, di Bava Beccaris?
Maria Pasquinelli e Gaetano Bresci
Nel 1900 l’esule anarchico Gaetano Bresci fu artefice del regicidio in cui cadde, a Monza, Umberto I di Savoia. Nel 1947, a Pola, la grande patriota Maria Pasquinelli colpì a morte il Gen. De Winton, quale simbolo di coloro che avevano sottoscritto il sacrificio di Venezia Giulia e Dalmazia ignorando il dramma dei loro popoli.
Ci si chiede perché a Gaetano Bresci siano stati innalzati monumenti celebrativi, come quello di Carrara, mentre sulla memoria di Maria Pasquinelli è sceso un silenzio praticamente totale, interrotto solo nel 2008, dopo 60 anni, da un opuscolo di Stefano Zecchi.
Bresci aveva voluto gridare al mondo la protesta anarchica nei confronti di una politica dissennata che aveva trovato massima espressione nei colpi di cannone fatti sparare da Bava Beccarsi sul popolo milanese, responsabile di nulla chiedere se non un pezzo di pane.
Maria, dal canto suo, si era battuta onestamente e lealmente per la difesa di terre italiane che venivano cedute a chi non aveva titoli per diventarne padrone e utilizzava le foibe e le persecuzioni come strumento di pulizia etnica da cui sarebbe derivato il grande Esodo dei 350 mila.
Onorare Bresci, per non dire di Nino Bixio stragista di Bronte, o dei generali garibaldini e piemontesi che nel Mezzogiorno si macchiarono di analoghe repressioni in stile nazista, può avere un “fumus” di credibilità; ma allora, bisogna onorare la Pasquinelli, eroina ben più nobile e meritevole.
La cessione delle terre d’Istria e Dalmazia è stata sicuramente un dramma per chi è stato costreto all’esodo.
Il generale De Winton è stato assassinato dalla Pasquinelli mentra stava passando in rassegna le truppe prima di lasciare Pola. Non aveva alcuna responsabilità sulla cessione dei territori. Perciò non mi pare proprio che l’assassinio di un quel generale sia stato un atto così nobile.
La causa della cessione di quei territori alla Jugoslavia è stata la sconfitta subita dall’Italia nella seconda guerra mondiale: una guerra voluta fortemente dall’Italia di Mussolini. E’ una delle tante responsabilità che gravano sul fascismo e sui fascisti.
Forse la Pasquinelli avrebbe dovuto far fuori qualche fascista invece di ammazzare un’innocente.
Concordo appieno sul fatto che Bresci avrebbe diritto ad essere ricordato con profondo rispetto. Sacrificò la propria vita per il bene comune, con un gesto di grande coraggio pose fine alla violenza e all’arroganza della stagione umbertina. Fu un uomo vero.
A Giovanni
I parenti del Maresciallo De Winton hanno perdonato formalmente Maria Pasquinelli, forse è il caso che si accodi anche Lei.
Il Suo gesto è stato un atto di disperazione per fermare le continue vergognose ed assurde richieste di Tito di allargamento sproporzionate ai danni di guerra.
Ma come dice Lei, abbiamo perso la guerra, ma con Tito non con Togliatti che era un nostro concittadino italiano: Legga!
E’ noto che il PCI dell’epoca mirasse piu’ agli interessi dei sovietici che a quelli degli italiani…….l'”Unita” usciva a titoli a tutta pagina rivendicando il diritto della Jugoslavia a tenersi Trieste…dicendo così che i lavoratori..Triestini..sarebbero stati piu garantiti da un regime comunista che da un regime occidentale……poi non parlò piu dei trecentomila profughi italiani scappati dalle loro case scacciati dagli slavi di Tito…né dei migliaia di infoibati Vittime della polizia etnica titina….Togliatti, favorevole a tutto ciò, si accorse dell’errore di immagine che le sue dichiarazioni in favore dell’annessione di Trieste alla Jugoslavia provocavano nell’opinione pubblica italiana, in vista della sua vita politica nel nostro paese; in accordo con l ‘URSS di cui era il referente, decise che era più conveniente per la propria politica e per quella Sovietica rinunciare a lottare per Trieste Jugoslava e cercare di avere più peso politico in Italia…solo ragioni di politica filosovietica, non di cuore o di italianità.
la storia a misura individuale. ..un :ammucchiata di cose e episodi…