Ma quant’è grande un patrimonio spropositato?

Un onesto lavoratore del neolitico
Un onesto lavoratore del neolitico

Ho perso qualche minuto a fare due conti per rispondere ad un post su Facebook che parlava di tasse di successione.

Un’amico faceva notare che la tassa di successione l’aveva tolta Prodi (lasciandola solo sui grandi patrimoni), mentre molti pensano che l’abbia tolta Berlusconi, che – in realtà – l’ha eliminata solo sui grandi patrimoni, facendo solo un favore a lui medesimo e ai capitalisti come lui.

Poi mi seccava che andasse perso e allora l’ho riportato qui.


Esempio pratico di patrimonio enorme
(quello di Silvio Berlusconi, ad esempio)

Si parla tanto di meritocrazia, ma che merito hanno avuto i figli di Troncheti Provera, di Montezemolo, di Berlusconi, di Agnelli o di Briatore? Assolutamente nessuno. Hanno solo avuto il culo di nascere in una famiglia ricca. Questo non solo ha dato loro una vita più facile, ma anche un grande patrimonio. Un enorme patrimonio. Un patrimonio assolutamente sproporzionato.

Non capisco cosa ci sia di scandaloso a tassare i grandi patrimoni. Forse molti sono contrari, perchè hanno due soldini da parte e pensano di avere un “grande patrimonio”.  In realtà sono meno ricchi di quel che credono.

Facciamo due conti e vediamo insieme cosa vuol dire GRANDE PATRIMONIO.


Si stima che il patrimonio di Berlusconi sia di 7 miliardi di euro.

E’ una cifra enorme. Difficile da concepire. Ma un esempio pratico può dare una sensazione – per quanto imprecisa – di quanto spropositato sia il patrimonio di Silvio Berlusconi  famiglia.

Immaginate un po’ che, un onesto lavoratore con moglie anch’essa lavoratrice, riesca a risparmiare – tirando la cinghia – 1.500 euro al mese. Cioè 18.000 euro ogni anno.

Be’, avete mai fatto il conto di quanto dovrebbe lavorare quest’uomo per riuscire ad accumulare un patrimonio uguale a quello di Berlusconi? Provate!

7.000.000.000 (il patrimonio di Berlusconi, 7 miliardi, si scrive così)
/
18.000 (il reddito annuo dell’omarino nell’esempio)
=
388.888 anni.

Si, cari miei, avete letto bene! Avrebbe dovuto cominciare a lavorare e risparmiare ininterrottamente per 388.888 anni, cioé prima che comparisse sulla terra l’homo sapiens!

Adesso, ne sono certo, avete una percezione migliore di cos’è un patrimonio spropositato.

Be’ in un caso del genere non ci vedrei nulla di male se lo Stato, con una bella tassa di successione, alla morte del multimiliardario si pigliasse anche il 90% del patrimonio.

La morte, si dice, è una livella di fronte alla quale siamo tutti uguali. Per il morto effettivamente è così. Per gli eredi molto meno… a meno che un’adeguata tassa di successione non svolga una buona funzione riequilibratrice.

L’introduzione di una tassa di successione del 90% sui grandi patrimoni. Ecco cosa vorrei sentire da un’opposizione di sinistra….

16 thoughts on “Ma quant’è grande un patrimonio spropositato?”

  1. Indipendentemente dall’enormità del patrimonio di chicchessia, mi spieghi che titolo avrebbe lo stato per prendersene una buona fetta?? Io sono quella che tu chiami una onesta lavoratrice e riesco a malapena ad accantonare 200 euro al mese, ma non mi sembra comunque giusto quello che hai detto. Forse sarebbe meglio mettere da parte sentimenti come l’invidia per chi ha più di noi, e mettere in campo sentimenti come la solidarietà per chi ha meno. Ma mi rendo conto che è molto più facile spuitare su chi ha tanto anzichè impegnarsi per chi ha poco, e sicuramente costa meno.

  2. Didi, mi spieghi con cosa la finanzi la solidarietà verso chi ha di meno ?

  3. Ma come si può parlare di invidia…. Ma si sta davvero scherzando???? A me viene da ridere! qui si parla di giustizia umana, di tanti onesti lavoratori che alla fine del mese riescono a malapena a sfamare le bocche della propria famiglia o a mandarli a scuola!!! Mica si sta parlando di gente che ha una Panda e invidia Berlusca perchè può avere quante Ferrari vuole! Nessuno chiede a Berlusconi di darci i suoi 7 miliardi di euro (almeno gli servissero per le medicine!)… ma credo che il fatto di vivere un’esistenza dignitosa sia un diritto più o meno di tutti (tolgo chi si macchia di gravi reati, e anche lì credo che almeno un minimo lo si debba garantire). Tassando anche solo un 10 per cento ad esempio del suo patrimonio, e di chi ha così tanti soldi come lui, non credi che si riuscirebbe a fare tanto del bene in un Paese in cui anche gli onesti lavoratori trovano difficile non comprare l’ultimo modello di jeans, ma semplicemente sopravvivere!!!

  4. probabilmente tassando SERIAMENTE, questi grossi capitali, non ci sarebbe chi ha molto meno, e non ci sarebbe bisogno di solidarieta’ ogni 10 minuti.
    ma didi53 dimostra che si puo’ nascere schiavi e convincersi che sia giusto cosi’ e finche’ c’e’ questo tipo di esseri in giro……………………

  5. la maggioranza degli Italiani sono sadomasochisti,godono a ,tribolare ,ma votano Berlusconi!!!

  6. Con il mio post volevo solo evidenziare in modo concreto che il nostro mondo – cosi’ come oggi funziona – produce squilibri e situazioni palesemente inique, anche se non imputabili alla responsabilita’ individuale di singole persone.

    DIDI53, parli di solidarietà verso chi ha meno. E su questo punto siamo in tanti ad essere d’accordo con te. Io sono talmente d’accordo che credo che la solidarietà – oltre ad essere un nobile sentimento dei singoli – debba essere anche una delle funzioni principali di uno Stato.

    La dignità e la qualità di vita di una persona in stato di bisogno (povertà, malattia, emarginazione) non possono dover dipendere esclusivamente dal buon cuore delle persone. Anche lo Stato che si deve far carico della solidarietà.

    Ma la solidarietà costa. E come la si finanzia?

    Le tasse sono uno degli strumenti per finanziare la solidarietà e per riequilibrare le iniquitià del nostro sistema.

    Per questo pagare le tasse è un dovere e per questo la nostra costituzione prevede che debbano essere progressive, cioè chi più ha, più deve contribuire.

    Ecco a quale titolo lo Stato (anche tu, DID53 fai parte dello stato, non dimenticarlo) può esigere dalle persone una buona fetta di quanto prodotto con il proprio lavoro.

  7. Mi pare chiaro ceh 90% sia una provocazione… ma sapete come si dice, chiedi 10 per avere 5… la linea di pensiero ed il concetto in se per me non fanno una grinza…

  8. Fabrizio, non è una provocazione. Sto parlando di un criterio progressivo sulla tassa di successione. Prima dell’ultima modifica di B. la tassa di successione prevedeva uno scalino d’esenzione di 350.000 euro per asse ereditario. Oltre a quello, si pagava la ridicola cifra il 4%.

    Cioe’ la classica famiglia: padre, madre e un par di figli, nel caso di decesso di uno dei genitori prevedeva un’esenzione di 350 mila euro per moglie e per ciascun figlio, cioe’ fino ad un’ammontare di massa ereditaria di 1.050.000 euro (un paio di abitazioni come minimo) non si pagava niente.

    Praticamente erano esenti quasi tutti gli italiani, tranne quelli che avevano patrimoni grandini. Ma, sull’eccedente, pagavano il 4% sia quello che di appartamenti ne aveva 3 o 4, sia i proprietari di patrimoni sterminati.

    Beh, una progressione di aliquote crescente che oltre ad un certo punto possa prevedere anche il 90% non la troverei per nulla scandalosa.

    Facciamo l’esempio sempre con B. e famiglia.
    Anche se lo stato si pigliasse il 90% del patrimonio ereditario, gli eredi si dividerebbero 700 milioni di euro. 2 mogli e 5 figli… dividendo anche in parti guali vengono 100 milioni di euro a testa.

    Mi sembra che – in una società meritocratica – partire con un patriomonio di quelle dimensioni. sia già un bel vantaggio competitivo nei confronti dei comuni mortali…
    —————–

    Nel nostro paese c’e’ gente che ha come unico merito di aver avuto un avo, che nel rinascimento ha accumulato un patriomonio. Per esempio un capitano di ventura, ricompensato da chi aveva goduto dei suoi servigi. Probabilmente si trattava di bravissime persone, competenti nel loro mestiere. Nulla da eccepire.

    Ma magari sono passati 500 anni e i loro discendenti, continuano a “governare” l’italia senza aver alcun merito.

    Per me questo è palesemente ingiusto.

    ————–

    Non solo per me, ma anche per Bill Gates, l’uomo più ricco del mondo. o Ted Turner e altri ultraricchi usa. E considerate che gli USA hanno gia’ una tassa di successione del 46% (che diventeraà 55%). Questi straricchi stanno lottando per TENERLA, visto che altri straricchi (BUSH) vorrebbero toglierla.

  9. X fortuna che il “popolo” non può decidere . . .
    Tassa di successione = vergogna
    Oltre a tutte le tasse, imposte e IVA da versare allo stato italiano volete derubare un defunto?
    X poi cosa? Credete che le risorse tassate saranno utilizzate x il bene italiano?
    Aumenterebbero le auto blu, i dipendenti statali, gli sprechi . . . .

  10. @Rodolfo
    Chi non accumula patrimoni spropositati, sta rubando ai vivi, non ai morti. La tassa di successione è un sistema per redistribuire la ricchezza tra tutti.

    E’ ovvio che non è possibile avere la certezza che le risorse così reperite siano poi utilizzate per il bene pubblico. Ma, secondo te, ci sono più probabilità che questi soldi siano utilizzati per la collettività se li trasferisco allo stato o se li lascio in mano agli eredi del ricco defunto?

  11. Caro giovanni la tua proposta e’ bella e sicuramente risulterebbe molto popolare e di facili consensi in larga parte della popolazione (chi non vorrebbe tra di noi maggior equita’ delle risorse finanziarie ).
    Purtroppo pero’ non realizzabile se non in una societa di tipo leninista, ricordati che i ricchi con patrimoni spropositati sono anche coloro che aprono le grandi aziende , con un patrimonio di 100000 ml di euro come dici tu si possono comunque fare ottime cose ma non quella di aprire grandissime aziende .
    Anche con eventuali soci in capitale non si riuscirebbero ad ottenere in tempi ragionevoli imperi privati in grado di creare occupazione per milioni di persone come accade oggi .
    Tutto quindi sarebbe in mano ai governi che gestirebbero le grandi imprese statali , peccato che questo sistema sia gia’ stato provato nel passato ed abbia fallito miseramente.
    Tassa di successione si ma 90% suvvia….

  12. Sandro,
    100.000 ml di euro, sono 100.000.000.000 euro, cioè 100 miliardi di euro. O forse volevi dire 100.000 euro?

    Occupazione per MILIONI di persone? Non sono molte le aziende che danno lavoro a milioni di dipendenti. L’unica azienda che da’ lavoro a piu’ di un milione di persone e’ Wal-Mart 2.100.000 persone. La seconda azienda al mondo, sempre per numero di dipendenti, e’ Kelly Service con quasi 1/2 milione. Al terzo troviamo l’IBM che ha poco meno di 400.000 dipendenti.

    Ti invito a riguardare i valori.

    In ogni caso, non vedo la necessita’ di creare imperi privati. Lo stato da’ molto piu’ lavoro di qualunque impresa privata… (e senza bisogno di essere leninisti!)

    Comunque la mia proposta non è tassa di succesione del 90% per tutti, ma solo sui grandi patrimoni.

  13. Giovanni,quello che intendo dire e che riducendo al minimo dei minimi il potere economico dei paperoni del mondo diminuirebbero drasticamente le possibilita di costoro di creare aziende di una certa “levatura” con conseguenze immediate sull’occupazione lavorativa mondiale delle popolazioni nei vari paesi (i colossi vanno controllati ,frenati,non distrutti)

    Si creerebbero una miriade di imprese piu’ piccole non in grado di coprire totalmente la richiesta di occupazione nel mondo ma soprattutto si lascerebbero nelle mani dello stato le cosidette “multinazionali” destinate poi al fallimento come e sempre capitato nel passato.

    Caro Giovanni ripeto le tue idee sono apprezzabili dal punto di vista morale e piacciono anche a me, ma sono fatalmente destinate a fallire nella realta’,(sotto le imprese statali la gente non lavora, manca la competizione, sono cose ormai viste e straviste e dimostrate gia dal passato)

    Anche se non sembra da come scrivo non sono di destra, odio berlusconi, non impazzisco per la lega e neppure odio i comunisti ma ritengo che ci voglia il giusto equilibrio e in quello che tu proponi ahime’ non mi pare ce ne sia.

  14. Sandro, a parte il fatto che non sono assolutamente d’accordo che le imprese pubbliche debbano per forza funzionare male, trovo errato pensare anche che solo i capitalisti possano disporre di patrimoni tali da poter costituire grandi società. La forma della società per azioni dovrebbe consentire anche a soci con pochi capitali di costituire o partecipare al capitale di grandi (o grandissime) società. Ci sono poi altri problemi, per esempio chi controlla queste società, ma è un discorso diverso.

    Il fatto che anche in paesi come gli Stati Uniti ci siano persone (e tra queste alcune delle persone più ricche del pianeta) che propongono di innalzare le tasse di successione (che già oggi sono intorno al 50%), mi fa pensare invece che ci sia molto equilibrio in quello che propongo.

  15. Beh encomiabile… immagino allora che l’attuale imposta patrimoniale che stanno discutendo vada bene no? Ci sono gli scaglioni… :)

  16. Pillole di capitalismo (mica di collettivizzazione forzata). Senza giudicare se giusto o sbagliato, ma funziona così.
    Il capitale deve essere produttivo: va investito direttamente in attività imprenditoriali o prestato a terzi (tramite banche o azionariato) affinché altri lo rendano produttivo.
    Ma affinché il capitale sia produttivo e l’economia “giri” è necessario un certo livello di innovazione a anche una certa mobilità sociale che porti nuove idee e una certa “fame”. Il mito americano ne è la tipica narrazione.
    La rendita che si genera con la successione è anticapitalistica: premesso che raramente le generazioni successive hanno la capacità dei fondatori (di solito il nonno crea l’impresa, il figlio la espande ed il nipote la dilapida), lascia il capitale nelle solite mani senza produrre mobilità sociale e, in un sistema dominato dal cosiddetto “capitalismo di relazione”, non arriva agli innovatori nemmeno per via indiretta. Rimane lì improduttiva, utile solo a scambiarsi pacchetti di maggioranza e presidenze di CdA. La statistica, non il pregiudizio e l’ideologia, sono a conforto.
    Per non parlare della ricchezza immobiliare; quella è rendita improduttiva per eccellenza e per il buon funzionamento di un sano sistema capitalistico ed imprenditoriale è ricchezza che deve tornare in circolo.
    Ovviamente tutto questo discorso ha senso per i grandi patrimoni, perché i 18.000 € annui dell’esempio sono destinati a tornare nell’economia reale nel giro di poco tempo e sicuramente non frutteranno nessuna poltrona in nessun CdA.
    Perché ricordavelo, il capitalismo, inteso come meccanismo economico e non come ideologia, funziona a calci in culo, se non proprio distribuiti equamente, qualcuno tocca anche alla parte alta della piramide.

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