In settembre a un certo Fallon del quarto plotone gli diede di volta il cervello. Salì sul parapetto della trincea, durante un fuoco di sbarramento, e nessuno riuscì a convincerlo a scendere. Cercammo di parlargli, di farlo tornare indietro, ma non ne volle sapere. “Voglio che mi sparino”, continuava a dire. “So benissimo quel che faccio. Voglio che mi prendano… è un suicidio, capite!”. Poi Porco di Ferro Riggin tirò fuori la pistola e la puntò contro la testa di questo Fallon. “Se non la smetti di suicidarti, ti ammazzo quant’è vero che sono qui!”, disse. Fallon divenne bianco di colpo e si mise a piagnucolare. Saltò giù dalla trincea e si mise in ginocchio. “No”, disse, “non mi uccidere, per favore…”.
William March, Compagnia K (Castelvecchi, 2010), pag. 141