Qualche giorno fa è stato diffuso un video in cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (sempre sia lodato), raccontava una brutta barzelletta in cui si prendeva in giro una persona brutta come “protagonista” c’era Rosy Bindi e che terminava con una bestemmia.
(se volete, ecco il link al video)
Al di là del fatto che diffondere video come questo con un anno di ritardo non è particolarmente utile per l’opposizione, perché indignano e scandalizzano solo le persone che già non lo possono sopportare (anzi qualcuno potrebbe addirittura trovarlo più simpatico), distolgono l’attenzione dai danni veri che produce quotidianamento e riescono pure a farlo passare per vittima.
Quello che però mi premeva osservare è che nei giorni successivi accusatori e difensori di Berlusconi si sono focalizzati sulla bestemmia. Rosy Bindi ha detto di essere rimasta offesa, in quanto cattolica. Qualche alto prelato ha sostenuto che “bisogna contestualizzare” (e in questi giorni contestualizzare è diventato sinonimo di bestemmiare. Es. “se non la finite, comincio a contestuallizzare”; “Dov’è Tizio?” “E’ in garage che sta contestualizzando”, ecc. ecc.)
Alcuni, come Carlo Rossella, sostegono che non si trattava di una vera bestemmia perchè il premier non ha detto “Porco dio”, ma “Orco dio”.
Insomma: col “porco” è una bestemmia, con “orco” no.
Al massimo è “nominare nome di dio invano”.
E in effetti ci sono parole che, se ascoltate distrattamente, possono sembrare bestemmie, ma in realtà non lo sono. Ultile sapere quali sono e, sempre quei matti di Elio e le storie tese, a radio DJ, hanno proposto appunto
La classifica delle parole di senso compiuto che sembrano bestemmie ma non lo sono, da utilizzare nelle barzellette estreme, per non urtare l’elettore cattolico.
Il mio vecchio insegnante di religione mi disse che la bestemmia non è la semplice unione di una parola offensiva con il nome di Dio: non è una formula magica wodoo che produce effetti automatici! Ciò che fa una bestemmia è l’ intenzione di offendere Dio. Portava come esempio un agricoltore proprietario di un enorme proprietà la quale viene colpita da una violenta tempesta che distrugge il raccolto. L’ uomo senza dire una parola va al centro del campo e, senza dire una parola, punta i pugni al cielo serrando i denti furiosamente e i suoi occhi guardano verso l’ alto con grande odio. Quell’ uomo non pronuncia nemmeno una parola, ma, con il suo comportamento, egli bestemmia.
L’ altro ieri ero in casa e distrattamente ho dato una craniata contro un pensile della cucina ed in quel momento ho esclamato: “BIOPARCO”! E’ arrivata la mia compagna e mi ha chiesto cosa fosse successo da farmi bestemmiare.
Un bell’esempio di processo alle intenzioni.
E’ la dimostrazione che la bestemmia è nell’orecchio di chi ascolta, non sulle labbra di chi parla.
Oggi una persona mi ha detto.
“Sei molto filosofo. D’ora in avanti sarai il mio Kant.“
MIO KANT!
Questa è vera, detta proprio da J.R. in persona:
“Porto Dio!”