Sono stati diffusi oggi sulla Gazzetta di Modena i dati sulla spesa dei modenesi per giochi e scommesse. Nel 2010, in provincia di Modena, sono stati stati spesi 222.386.460 € per Scommesse sportive, Lotteria Italia, Lotto, Superenalotto, Win for life e Gratta e Vinci.
I pratica, ogni modenese, compresi i lattanti, spende 318 € per questi giochi.
Certo, ogni tanto si vince qualcosa.
Nel 2010, le vincite sono state di 150.025.360 €.
Basta fare la differenza per vedere che ogni abitante della provincia di Modena, nel 2010 ha perso mediamente 104 € per coltivare l’illusione di arricchirsi.
Si può anche dire che, durante l’ultimo anno stato, lo stato ha sottratto ben 416 euro ad una ipotetica famiglia di quattro persone.
La realtà purtroppo è ancora peggiore. 104 euro persi pro capite è un dato medio. Ci sono certamente persone che giocano più spesso, mettendo sul piatto importi più consistenti, e altre che giocano meno, come il sottoscritto, la cui spesa per giochi e affini si avvicina allo zero annuo.
Se poi consideriamo che sono i meno abbienti i più accaniti giocatori è molto probabile pensare che molte famiglie già povere sperperino 800-1000 euro l’anno in giochi e lotterie.
Una vera e propria tassa sulla povertà gestita da uno stato che non riesce a far pagare le tasse ai ricchi e si accanisce con le fasce più deboli della popolazione.
“Una vera e propria tassa sulla povertà gestita da uno stato che non riesce a far pagare le tasse ai ricchi e si accanisce con le fasce più deboli della popolazione.”
Ah quindi se un coglione spende tutti i suoi soldi nel gioco d’azzardo è colpa dello stato che si accanisce sulle fasce più deboli?! Che logica. Possibile che non si comprenda la differenza tra una tassa, cioè una somma di denaro rubata in modo coatto dal governo, e l’utilizzo in modo volontario del proprio denaro per gioco da parte di un individuo?
Fabristol,
certo c’è una buona dose di coglionaggine da parte di chi sperpera in questo modo il proprio denaro, ma l’ideazione scientifica di nuovi giochi, la pubblicità, la comunicazione (es. telegiornali) che dà credibilità a questa forma di “gioco”, la consapevolezza che questi “giochi” sono praticati dalle persone meno abbienti e più ignoranti a mio avviso rasenta la circonvenzione di incapace.
Lo stato dovrebbe aiutare i cittadini, per esempio dando loro un’istruzione adeguata e una corretta e completa informazione sul gioco d’azzardo, sulle dipendenze e sui rischi che questo comporta.
Cercare di ricavare il massimo profitto da questi giochi, perseguendo questo obiettivo con determinazione e sistematicità, a me sembra un atto particolarmente odioso e riprovevole e, se praticato dallo stato, trasforma un atto volontario “quasi” in una tassa.
Fabristol, non capisco la tua definizione di “tassa”.
Secondo te, se ho capito bene, il gioco d’azzardo organizzato dallo stato non sarebbe una tassa, perchè basterebbe sottrarvisi per non pagarla.
Se le cose stanno in questa maniera, allora anche quelle sul fumo e sugli alcolici non sono tasse: infatti basta non fumare e non bere alcolici, per non pagarle.
Però, a pensarci bene, anche l’IVA non è una tassa: basta non comprare nulla, e non la si paga.
Ed anche l’IRPEF non è una tassa: basta evitare accuratamente di non accumulare redditi sopra la soglia minima esente, e non la si paga.
Che bello: viviamo in un mondo senza tasse!