Animalista non è sinonimo di insettalista. Come mai?
Gli animalisti ci pensano mai alla fine atroce di una zanzara che muore per avvelenamento, o spiaccicata sul muro della camera da una ciabattata o fulminata da una scarica elettrica? O alla mosca e alla sua lenta agonia mentre cerca di staccarsi dalla carta moschicida? Come mai soffochiamo le zecche nel petrolio? Vi siete mai chiesti perché i moscerini che vi finiscono in bocca mentre pedalate vi fanno solo schifo, e non vi ispirano compassione per il loro terribile destino? Perché alcuni animali godono di maggiori protezioni di altri? Perché non ci facciamo tanti scrupoli quando si tratta di eliminare zanzare o mosche? Perché ci dobbiamo sentire in dovere di proteggere gli animali con il musetto simpatico e non quelli brutti?
Scusate lo sfogo, ma è un periodo che mal sopporto gli animalisti. Specialmente con quelli che vorrebbero farmi diventare vegetariano.
Oh, leggevo con interesse e sono incappata in questo articolo.
Volevo muovere una critica a questo scritto perchè lo trovo un po’ superficiale.
Guarda, chiunque ami gli animali si è sentito fare l’esempio delle zanzare qualcosa come 4-500 volte solo nel corso dei suoi primi trentanni di vita, auspicando di camparne altrettanti si arriva al migliaio. Abbiate pietà, basta con sta storia.
Naturalmente non posso parlare per tutti ed è evidente che nel rapporto con gli animali esistono enormi contraddizioni (che, bada però, esistono pure nel rapporto dell’uomo con l’uomo. Quanti “umanisti” conosco che si disperano se si parla di chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia pensando ai poveri lavoratori ma poi hanno un orgasmo ogni volta che un capitano d’industria fa il colpo grosso facendo fallire un rivale, o plaudono marchionne quando distrugge i diritti degli operai o discutono con allegra indifferenza dei movimenti della borsa senza sprecare mezzo secondo a pensare ai terremoti che quei virtuosisimi economici provocano alla gente reale.
O che accusano un vegetariano di preoccuparsi dei bovini e non pensare alla “gente che muore di fame invece! ipocrita maledetto!!!”, fingendo, con un abilità tale da sembrare autentica convinzione, di non sapere che l’allevamento intensivo è una forma di depauperamento delle risorse del pianeta e che con l’acqua che beve una mucca ogni giorno ci disseti un villaggio africano… e gli esempi sono infiniti).
Una certa dose di incoerenza e di imperfezione ce la portiamo dietro di defoult perchè l’essere umano non è una creatura fatta per gli assoluti, anche se in letteratura ci piace fingere il contrario. La differenza tra un animalista e un non animalista è che il primo, detto in soldoni, ce prova! Prova a limitare il più possibile la sofferenza che arreca agli altri. Perchè tanta gente trova assurdo o irritante questo concetto? Coda di paglia? Senso di inadeguatezza?
Io, sinceramente, non me la sento di mollare capra e cavoli e offrirmi volontaria per sminare campi in bosnia o qualcosa del genere ma DEVO ammirare chi lo fa anche tenendo conto che potrebbe essere una persona imperfetta, non sempre coerente.
Il rispetto verso gli animali viene considerato uno sfizio, una sciocchezza, qualcosa da cui pretendere l’impossibile. Perchè? Per quel che mi riguarda si basa su fatti molto concreti e umanamente condivisibili.
Non voglio parlare di principi astratti, preferisco parlare di cose come dolore, paura, istinto di sopravvivenza, tutte cose concrete, molto poco divertenti, e condivise da tutti gli animali, umani e non.
Siamo tutti fragili e tutti noi viventi abbiamo orrore della morte (uno dei motivi per cui non credo a possibili vite ultraterrene, l’istinto di conservazione è troppo forte, violento e disperato perchè “dopo” ci sia qualcosa) siamo uniti dalla legge del corpo e il dolore non fa distinzione. Per cui, che cosa c’è di sbagliato nell’ampliare la propria etica al mondo animale? Non solo non è sbagliato, ma penso sia innaturale voler tracciare un confine netto, immaginario, là dove biologia e chimica ci sinsegnano che non esistono linee di demarcazione di tal genere… a meno di non voler credere nel creazionismo …
In quanto alle zanzare… più che di animalismo stai parlando di specismo, perchè certe specie le coccoliamo e altre le schifiamo? Io direi che la prima grande distinzione va fatta seguendo il concetto molto pratico di sopravvivenza. Una puntura di zecca può essere letale. Le zecche sono pericolose. Le zanzare, a seconda della zona, pure. Trasmettono la malaria che provoca milioni di morti ancora. Qui da noi non c’è da preoccuparsi quindi io non le schiaccio e risolvo tranquillamente con quelle cremine/slaviettine&co alla citronella geranio etc. Non hanno un buon odore ma sono molto più efficaci dell’inseguire ronzii sospetti per tutta casa.
Se poi vuoi sapere se valuto più importante la vita di un cane o quella di una mosca, bè si la risposta è ovvia, è più importante il cane. Certo, nella tenerezza che proviamo per un cucciolo ci sono anche motivazioni culturali (gira in rete il filmato di una simpatica cinesina intenta ad arrostire VIVO un cagnetto di pochi mesi) ma prima di tutto c’è il fatto che la sensibilità del cane è superiore, il suo sistema nervoso più complesso. Oppure ritieni che visto che andando in motorino ti è finito in bocca un moscerino tanto vale, già che ci sei, di investire un gatto? Immagino di no. L’etica ci mette di fronte ad un’infinità di situazioni difficili o contradizioni, ma quando si tratta di applicarla alla vita umana siamo disposti ad affrontarne la complessità e mettere in gioco le nostre debolezze. Essere animalisti significa mantenere la stessa testardaggine anche quando si tratta di rapportarsi con il restante 99% degli abitanti del pianeta.
La coerenza è una bella cosa ma non facciamola diventare una questione di vanità, di assolutismo o, peggio, un lasciapassare per il menefreghismo… perchè è una trappola indotta da chi ha interesse nel mantenimento di un’ingiustizia, di qualunque tipo essa sia e verso chiunque sia rivolta.
Sul fatto che qualcuno ti stressa per diventare vegetariano… io sono convinta che sia la cosa più giusta ma, fidati, so che esistono condizioni che possono rendere la cosa più complicata di come la si presenta a volte.
Il mio consiglio è invece di cercare di capire perchè chi ti rompe le scatole lo fa, perchè ci tiene tanto. Capire le sue motivazioni può esserti utile a rapportarsi serenamente con uno stile di vita che c’è esiste e prende sempre più campo.
Daltronde non è che per gli animalisti sia più divertente che per te.
Cose come “ami i cani ma scometto che parcheggi in doppia fila!” o “odio gli animalisti perchè lasciano morire i barboni” sono all’ordine del giorno e fanno seriamente vacillare ogni residuo di fiducia nell’intelletto umano che uno potreva avere.
Cmq di base discussioni di questo genere sono intense per loro natura, si tratta dei diritti dei più deboli, è ovvio che ci si scaldi. Quello che trovo sbagliato nel tuo post è che, come capita quasi sempre purtroppo, si voglia sminuire la questione, ridurla ad un capriccio, ad un “isteria” quasi. Per cui se non vuoi discutere con qualcuno dell’argomento, non farlo, ma se lo fai non trattare da idiota il tuo interlocutore.
‘cca miseria che trattato! Certo il mio post è un po’ superficiale, uno sfogo scritto dopo l’ennesima uscita di un qualche animalista idiota che invocava pena di morte, torture atroci e fine vita da incubo per qualche essere umano che – a suo dire – aveva maltrattato qualche animale.
Sono d’accordo con te. L’argomento, se affrontato in altro modo, potrebbe meritare una discussione più seria e articolata. Meglio non partire da un post così superficiale.