Stamattina ci siamo svegliati per colpa del black out. Verso le sette, dal salotto, veniva una musica. Subito ho pensato che fossero i bimbi che si erano alzati per guardare i cartoni animati. – Maledetti – ho pensato. Ma poi ho ascoltato meglio. Era “Il flauto magico”, di Mozart. Impossibile che fossero i bambini. Mi sono alzato e c’era lo stereo che era partito da solo, avviando la cassetta inserta nella piastra. – Mah, che strano – Accendo la TV e apprendo che tutta l’Italia (Sardegna esclusa) ha subito il più grande black out mai avvenuto. Dalle 3.20 di questa notte è mancata la corrente dappertutto. L’energia elettrica ha cominciato a ritornare dalle sette questa mattina. E poi via via durante la giornata, anche nelle altre regioni. Pare che si tratti di un guasto sulle linee che imporano Megawatt dalla Francia. Tutti allarmati in TV. Servizi speciali. Mi dispiace ma continuo a pensare che c’e’ qualcosa che non funziona, qualcosa di organizzato, una regia. Già quest’estate, quando si sono verificate le prime interruzioni di energia elettrica, quelle definite a macchia di leopardo, mi pareva ci fosse qualcosa di strano. Possibile che, improvvisamente, la corrente non basti più? E che sia tutta colpa dei condizionatori domestici? Ma com’e’ possibile che siano in condizionatori usati in casa a far mancare la corrente di giorno? Di giorno la gente è al lavoro e il condizionatore a casa funziona soprattutto di sera. E poi la percentuale di energia elettrica usata per i condizionatori e’ comunque piccola, se confrontata con quella usata nell’industria. Ma non siamo in piena recessione? Non si consuma meno? Mah…
Questo black out, comunque, oltre a convincermi sempre di più che sia tutto organizzato per potere dare inizio con urgenza alla costruzione di nuove centrali, senza rispettare criteri di opportunità, necessità, sicurezza e contenimento costi , mi ha anche allarmato perchè dimostra quanto siamo dipendenti dall’energia elettrica.
Faccio un parentesi: l’interruzione di questa notte sembra dimostrare come la nostra rete eletterica sia, non solo insufficiente, ma anche fragile. Dal punto di vista della difesa (militare) intendo. Siamo fragilissimi. Per mettere in ginocchio l’Italia, non servono bombardamenti a tappeto come per le recenti aggressisioni alla Yugoslavia, all’Afghanistan, all’Iraq, ma basta interrompere due linee elettriche e il nostro paese e’ ridotto alla paralisi. Non c’e’ bisogno di eserciti, ma bastano piccoli commando, per umiliare un’intera nazione. Fine parentesi.
Poco fa do’ un’occhiata a Repubblica Online. Il presidente Ciampi dice che il black out è stato “Un segnale allarmante” e poi si è rivolto ai politici: “Bisogna superare le lentezze”, “Non si può rallentare la costruzione di nuove centrali”.
Sì, lo so. Sono diffidente. E perciò non ci credo. Sono ogni giorno sempre più convinto che ci sia della volontarietà in questi black out. Mi sbaglio o stiamo partendo con la privatizzazione dell’ENEL?
Ho fatto una ricerchina veloce in internet. Parole chiave “privatizzazione enel” e cosa trovo come prima pagina? Questo interessante comunicato dei cobas-energia del 1 luglio. Leggetelo che fa bene.