Se le persone che si sono astenute tornassero in massa a votare cosa voterebbero?
Nel grafico che riporto trovate la serie storica dell’affluenza alle urne per le europee, dal 1979 fino a due giorni fa. Questo grafico fa vedere come siamo passati dall’86,12% al 56,09%. Un calo di 30 punti percentuali, con l’elettorato attivo che si è ridotto di oltre un terzo.
Ho notato anche che prima di ogni elezione e dopo ogni sconfitta, le formazioni più piccole e quelle che hanno perso guardano con cupidigia il bacino degli astenuti e si autoconvincono che siano tutti elettori loro e che sia sufficiente riportarli al voto per veder accrescere il proprio consenso. Anche noi di sinistra lo facciamo. Ma siamo sicuri che sia così?
La forte affluenza al voto che caratterizzava il nostro paese in passato indicava una grande partecipazione e interesse per la cosa pubblica. Le persone si informavano, cercavano di capire, di interessarsi e avevano la speranza di cambiare qualcosa con il loro voto. Rispettavano le istituzioni, si iscrivevano ai partiti e ne riconoscevano il ruolo.
Temo che l’aumento dell’astensione indichi la crescita nella società di un’enorme masssa di persone insoddisfatte, magari impegnate nel volontariato, nello sport, nel sociale, ma lontane daila politica, e per questo manipolabili e facili da confondere con soluzioni semplicistiche, provvedimenti populistici e slogan accattivanti.
Insomma, credo che se tornassero in massa nelle cabine voterebbero probabilmente a destra. E la cosa mi preoccupa un po’.