Dopo il voto regionale, qualche breve pensiero sull’esito
Non riesco ad essere contento per la vittoria di Bonaccini.
Certo, sul breve termine, meglio lui della Lega, che discorsi! Ma cercando di guardare un po’ più in là, oltre il risultato immediato, vedo anche degli aspetti preoccupanti, che in questo momento sono un po’ offuscati dall’euforia della vittoria in questa gara truccata.
C’è poca distanza tra destra e centro. In termini di voti ricevuti la coalizione di destra (non la candidata) ha solo 2,5% punti in meno dela coalizione del PD. Se la Lega, invece di avere una candidata insignificante, avesse avuto una persona con un minimo di capacità e di cervello, avrebbe davvero potuto fare il colpaccio. Ma questo pericolo è stato solo allontanato, non è scomparso.
La vittoria di Bonaccini sarà usata dal PD per proseguire nella sua marcia verso il sol del neoliberimo: smantellamento dello stato sociale, privatizzazione dei beni comuni, riduzione degli spazi di democrazia, lavoro più precario, competitività al posto della soliarietà, maggiore individualismo, aumento delle disuguaglianze… Farà stare peggio chi oggi già non se la passa bene.
È il motivo per cui avevamo deciso di fare una proposta alternativa, ma come dimostrano i numeri, la nostra proposta non è stata ritenuta interessante o utile. Tristi constatare che, probabilmente non è stata neppure presa in considerazione.
La conseguenza, e questo mi preoccupa, è che in Emilia-Romagna a sinistra del PD non c’è nessuno in grado di fare proposte diverse e autonome da quelle del PD, che sono quelle in cui le persone si devono adeguare alle richieste del mercato e non viceversa. Non c’è nessuno a sinistra del PD che possa proporre un nuovo o diverso modello di società.
Lasciate perdere i coraggiosi, anche se li avete votati. Sono certo che vivono nel terrore di diventare irrilevanti (il risultato elettorale di L’Altra Emilia Romagna è un implicito monito dissuasore) e che per questo non si opporrano mai per davvero al PD qualora avessero divergenze anche fondamentali.
Purtroppo senza una sinistra, anche marginale, alla quale rivolgersi, aumenta la probabilità che rabbia e disagio inducano le persone a cercare soluzioni a destra, come in parte sta già succedendo.
Che fare? Si può attendere e sperare che il PD, sotto la poderosa pressione dei coraggiosi, inserisca qualche elemento di sinistra nel suo programma, ma è una possibilità solo teorica, oppure – ed è quello che farò io – bisogna impegnarsi per trovare un modo diverso per costruire una entità forte e credibile di alternativa al PD.
Abbiamo bisogno di fermarci un attimo, analizzare quanto avvenuto, individuare errori e cause e trovare le modalità per cambiare noi stessi prima ancora delle nostre proposte.
Un lungo lavoro ci attende
…il pensiero che la vostra base abbia pensato che sarebbe stato meglio votare PD anzichè ritrovarsi la Borgonzoni presidente non vi sfiora? se prendesti in considerazione questa possibilità forse potreste relazionarvi col PD non come avversario (che pare non esserlo per la vostra ex base) ma come partner col quale confrontarsi e costruire qualcosa insieme cedendo su posizioni ideologiche e pretendendo un passo nella stessa direzione da parte di tutti.