Un episodio chiave per la Resistenza nel bellunese è la cosiddetta “Beffa di Baldenich” avvenuta il 16 giugno 1944, quando 12 partigiani italiani e russi della divisione Nino Nannetti riuscirono a far evadere 70 prigionieri in un’azione straordinariamente pulita.
I partigiani si travestirono da soldati tedeschi. Il finto comandante era quello “più straniero di tutti”, visto che in effetti era russo e l’italiano non lo parlava proprio. Si presentarono al carcere di Baldenich e mischiando qualche vocabolo tedesco, al russo, all’Italiano storpiato convisero le guardie carcerarie di essere incaricati al trasferimento di alcuni prigionieri.
Una volta all’interno del carcere, riuscirono ad impadronirsi delle chiavi delle celle e a liberare 70 prigionieri, alcuni dei quali già destinati alla fucilazione, fuggendo verso il Monte Serva dove avevano la loro base.
Il successo di questa operazione segnò un punto di svolta nella resistenza bellunese. Dopo quest’azione molti giovani decisero di unirsi alla resistenza, rassicurati dall’idea che, se fossero stati fatti prigionieri, non sarebbero stati abbandonati ma i loro compagni partigiani sarebbero venuti a liberalrli.
Punto di svolta nella resistenza bellunese
L’episodio della Beffa di Baldenich viene raccontato da Enrico Bacchetti dell’Isbrec (Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea) in questo breve e interessante video.
Il Murale “La beffa di Baldenich”
Anche Ericailcane ha rappresentanto la Beffa di Baldenich con un murale proprio su una vecchia cabina elettrica situata a pochi metri dal muro di cinta meridionale del carcere di Baldenich.
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