Leggo oggi sul Manifesto la notizia che a Berlino sta per partire un nuovo abbonamento per i mezzi pubblici che costerà 365 euro all’anno. Metro, tram, bus più la rete fluviale a 1 euro al giorno.
Che bello, penso. Certo che sono avanti i tedeschi. Dovremmo prenderli a modello, abbiamo un sacco di cose da imparare da loro. Poi vado a guardare sul sito di SETA e vedo che l’abbonamento annuale costa 260 €, che a giorno sono 0,70 centesimi. Uhm… d’accordo, Modena non è Berlino, ma insomma 0,70, non è male poi così male.
Mentre sto riflettendo sul fatto che abbiamo un perenne senso di inferiorità nei confronti dei tedeschi, non sempre giustificato, da un angolo semi-inaccessibile della mia memoria una vocina comincia a dirmi “Guarda che a Bologna erano gratis, a Bologna erano gratis”. Eh, sì, effettivamente… comincia a formarsi un vago ricordo. Ma come mai ho un ricordo così vago? Una ricerchina in rete e trovo l’annuncio. Ecco perchè! La notizia è del 2 aprile 1973, sono passati 46 anni.
Sono istituite fasce orarie di gratuità per gli autobus: dall’inizio del servizio alle 9 e dalle 16,30 alle 20 per i lavoratori e inoltre dalle 12 alle 15 per gli studenti (dalle 20 al termine del servizio per quelli dei corsi serali). Il provvedimento è inserito nel contesto di una grande promozione del mezzo di trasporto pubblico, a scapito dell’uso dell’auto privata. L’operazione comprende anche l’istituzione di nuove corsie preferenziali per i mezzi pubblici e il rinnovamento del parco automezzi.
Era il 2 aprile 1973, non avevo ancora 11 anni e Bologna era davvero all’avanguardia.
Come abbiamo fatto a perdere tutto questo?