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Boicottare la Mondadori?

Mondadori

Mentre ero in ferie, Vito Mancuso si è interrogato sull’opportunità di pubblicare con Mondadori o meno. Si è aperto il dibattito. Molti hanno risposto. Tra loro uno sferzante Marco Travaglio, che evidenzia il ritardo di Mancuso nel porsi il quesito e la mancanza del conseguente passo successivo (smettere di pubblicare) e un’opportunista Mauro Corona, che agitando lo spettro della fame giustifica la sua scelta di pubblicare per Berlusconi (solo che, quando ancora non era famoso pubblicava per uno sconosciuto editore di libri di Montagna, mentre oggi – che di sicuro non soffre la fame, ha scelto Mondadori…

Facendo seguito a queste discussioni, il mio amico Angelo Volpe, ha deciso di boicottare la Mondadori e di non comprare più libri di questa casa editrice. Tra i commenti noto che anche Franco, altro amico, ha fatto la stessa scelta.

Io ho sempre ritenuto il boicottaggio una bella forma di “lotta” e mi sono posto la stessa domanda, ma sono arrivato ad un’altra conclusione.

Infatti, è molto diversa la posizione di un lettore rispetto a quella di un autore.

Un autore, se non vuole farsi pubblicare da Mondadori, può cercare di farsi pubbblicare da un altro editore. Non è facile e sempre ci riesce, specialmente se si tratta di autori esordienti. E’ una scelta che costa moltissimo, in termini economici, di notorietà, di gratificazione personale. Ma, per l’autore è una scelta libera tra diverse alternative.

Gomorra di Roberto Saviano

Anche Roberto Saviano prima di pubblicare Gomorra con Mondadori ci avrà sicuramente pensato parecchio.  E poi l’ha fatto. (Credo abbia fatto bene: avrà reso un po’ più ricco Berlusconi, in modo assolutamente irrilevante per B., ma con Mondadori ha avuto un’occasione unica per diffondere il suo libro e ciò che aveva da raccontare, e l’ha sfruttata. Il “saldo” per la società civile è nettamente positivo)

Diverso, dicevo, è tentare di estendere lo stesso ragionamento al lettore. A differenza dell’autore, il lettore non ha scelta: se vuole sapere cos’ha scritto Saviano nel suo libro Gomorra, DEVE comprare un libro di Mondadori. Oppure può rimanere nell’ignoranza, procurando un danno a se stesso,  impatto irrilevante su Berlusconi.

Penso sia una posizione un po’ autolesionista e di nessuna utilità pratica, perciò continuerò a comprare libri di Mondadori (e di Einaudi, che ha la fama di essere di sinistra ma  è posseduta da Mondadori e quindi  pure Einaudi porta  lauti guadagni a Berlusconi)

E’ molto diversa la posizione di un lettore rispetto a quella di un autore. Un autore, se non vuole farsi pubblicare da Mondadori, può cercare di farsi pubbblicare da un altro editore. Non sempre ci si riesce, specialmente se si tratta di autori esordienti. Anche Saviano ci avrà sicuramente pensato, prima di pubblicare Gomorra con Mondadori. Credo che abbia fatto bene. Avrà reso un po’ più ricco Berlusconi (in modo assolutamente irrilevante per B.) ma con Mondadori ha avuto un’opportunità unica di diffondere il suo libro e ciò che aveva da raccontare, e l’ha sfruttata.

Diverso dicevo è il discorso del lettore. Il lettore non ha scelta: se vuole sapere cos’ha scritto Saviano nel suo libro Gomorra, DEVE comprare un libro di Mondadori. Oppure può rimanere nell’ignoranza.

Grande danno a se stessi, impatto irrilevante su Berlusconi. Penso sia una posizione un po’ autolesionista e ingenua.

La grande strada azzurra

Mario Girotti (alias Terence Hill)

Ieri sera mi sono guardato “La grande strada azzurra”, un film del 1957 di Gillo Pontecorvo. Racconta la storia di un pescatore (Squarciò, Yves Montand) che usa un metodo di pesca poco ortodosso: l’esplosivo. Era lì da tanto tempo e avevo letto qualche riassunto senza capire neppure l’ambientazione. In alcuni siti c’è scritto che Squarciò è un pescatore siciliano, in altri sardo, in altri ancora greco. Invece è dalmata. I paesaggi sono stupendi e sono quelli della costa Dalmata (Canale dela Malacca principalmente).

Il pescatore ha ottimi rapporti con gli altri pescatori che lavorano usando metodi legali e, tutto sommato, buoni rapporti anche con i tutori dell’ordine. Tutto viene messo in crisi da due episodi: l’arrivo di un nuovo finanziere dotato di barca piuttosto potente, e in grado di beccarlo in flagrante, e un paio di incidenti con l’esplosivo che accadono al fidanzato della figlia (a sua volta costretto a maneggiare gli esplosivi per la chiusura della cava in cui lavorava) e ad un vecchio “bombarolo” incapace di adattarsi ad altri metodi di pesca.

C’è un po’ di tutto, rapporti familiari (fantastico il rapporto di Squarciò con i figli, due maschi e una femmina), con gli altri pescatori, con il proprietario del frigorifero, con i finanzieri…. uno spaccato sociale reso molto bene. L’individualismo e contemporaneamente la generosita’ di Squarciò. Generosità che viene messa in crisi, non appena subentrano le difficoltà economiche.

Insomma un bel film con splendidi attori. Oltre a Yves Montand, nel ruolo del protagonista, c’è Alida Valli, i due figli piccoli di Squarciò, teneri e struggenti, e – ad un certo punto – nelle vesti di uno spasimante della figlia di Squarciò vedo spuntare Mario Girotti. Con questo nome non è molto conosciuto, mentre tutti ricordano il suo nome d’arte Terence Hill

Su Facebook “error: like_box is undefined”

Da qualche giorno, usando Facebook, mi si apre una finestrella con un un messaggio di errore

“error: like_box is undefined”

Cercando in internet non si trovano molte indicazioni utili, perciò o fatto un post sulla soluzione che ho trovato io.

A me è bastato disattivare il componente aggiuntivo “non mi piace” di Facebook e adesso tutto funziona  meraviglia.

Per procedere cerca sul menu Strumenti la voce “Componenti aggiuntivi

Rimozione dislike, fase 2

Poi sulla voce Facebook Dislike 1.1 si clicca Disinstalla

Rimozione Componente Non mi piace, fase 1

Poi basta uscire e rientrare dal browser firefox.

Sentirsi in un film

Certe volte mi sforzo di sentirmi in un film, nel senso che ne avrei voglia ma non ne sono capace. Tutto il mondo allora sembra senza sapore e incapace di un qualche tipo di riscatto. Sentirsi in un film mentre cammini per strada secondo me rende felici, perchè c’è tutta una atmosfera di affetto per le cose che ti stanno intorno.

Mario Valentini, Voglia di lavorare poca (Portofranco, 2001), pag. 27

In settembre a un certo Fallon del quarto plotone gli diede di…

In settembre a un certo Fallon del quarto plotone gli diede di volta il cervello. Salì sul parapetto della trincea, durante un fuoco di sbarramento, e nessuno riuscì a convincerlo a scendere. Cercammo di parlargli, di farlo tornare indietro, ma non ne volle sapere. “Voglio che mi sparino”, continuava a dire. “So benissimo quel che faccio. Voglio che mi prendano… è un suicidio, capite!”. Poi Porco di Ferro Riggin tirò fuori la pistola e la puntò contro la testa di questo Fallon. “Se non la smetti di suicidarti, ti ammazzo quant’è vero che sono qui!”, disse. Fallon divenne bianco di colpo e si mise a piagnucolare. Saltò giù dalla trincea e si mise in ginocchio. “No”, disse, “non mi uccidere, per favore…”.

William March, Compagnia K (Castelvecchi, 2010), pag. 141