A volte la ricerca della formula politicamente corretta per rispettare la parità di genere porta a commettere brutti scivoloni linguistici.
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Al referendum noi diciamo NO
Gran bella iniziativa a Milano. Nella metropolitana diversi cori e bande hanno cantato un testo per sostenere il NO al referendum del 4 dicembre.
Il video circola da qualche giorno. L’audio non è ottimale e non ho capito bene le parole, ma ho provato a trascriverle lo stesso.
Se ci sono errori lasciate un commento sotto
Parole del Coro per il NO. Al referendum noi diciamo NO.
Al referendum rispondiamo NO
Al referendum rispondiamo NO
A chi a sconvolto la Costituzione
noi senza eccezione
rispondiamo NO
Al referendum diciamo NO
Al referendum diciamo NO
Non è che il nuovo sia per forza figo
questo brutto intrigo
ci farà penar.
A Matteo Renzi rispondiamo NO
A Matteo Renzi rispondiamo NO
Personalizzati la tua elezione
la Costituzione
no, non la toccar
E alla Boschi noi diciamo NO
E alla Boschi noi diciamo NO
per il Senato qualche spesa certo
il ponte sullo stretto
non lo pagherò
E alla Madia rispondiamo NO
E alla Madia rispondiamo NO
I senatori me li eleggo io
e nemmeno un dio
lo farà per me
Al referendum noi diciamo NO
Al referendum noi diciamo NO
Noi siamo tutti partigiani veri
oggi come ieri
noi diciamo NO
Noi siamo tutti partigiani veri
oggi come ieri
rispondiamo NO
Votiamo tutti rispondendo NO
Votiamo tutti rispondendo NO
Questa riforma tutta autoritaria
manderemo all’aria
rispondendo NO
Google, Bing e il Mollone di Roma
Da un po’ di tempo ho l’impressione che l’attività di Google sia condizionata da una premessa: gli utenti sono dei deficienti (premessa che sfogliando un qualsiasi social network sembra empiricamente provata, ma lasciamo stare).
Cioè, quando si fa una ricerca, Google, invece limitarsi a cercare prendendo quello che ha scritto una persona, fa un ragionamento che presuppone l’incapacità di intendere e di volere di quell’utente. È come se Google dicesse, caro utente, hai cercato X, ma in realtà volevi cercare Y, te la faccio io la ricerca che tu avresti voluto fare se non fossi un idiota. E presenta dei risultati che c’entrano poco o nulla con quello che la persona stava cercando.
Questa mattina ho avuto la prova che Google fa proprio così.
Qualche giorno fa, Virginia Raggi, la candidata per i 5 stelle a sindaco di Roma), in una conferenza stampa al Senato ha presentato il piano mobilità per Roma. Tra le varie proposte anche l’idea di una funivia che colleghi Casalotti a Boccea, due zone di Roma altamente congestionate. Continue reading Google, Bing e il Mollone di Roma
Presepe sì, presepe no. E’ giusto allestirlo nelle scuole?
E’ di questi giorni la notizia di un preside di una scuola di Bergamo che avrebbe negato ad un insegnante la possibilità di allestire un presepe. (uso il condizionale perché la stampa italiana è così inaffidabile che bisogna prendere qualunque notizia con le molle)
Sono molto perplesso. Sono ateo, ma non quanto sono d’accordo con il preside, specialmente dopo aver letto una dichiarazione in merito al crocifisso, in cui il dirigente scolastico dice «Quello resta appeso ai muri, perché se lo tolgo se ne fa una questione di Stato e ho cose più importanti di cui occuparmi»
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Le 10 condizioni di Hamas
Ieri, Internazionale ha proposto online un articolo di Gideon Levy dal titolo “Fragole o Sangue?” in cui si commentano le dieci condizioni di Hamas, pubblicate la scorsa settimana, per un cessate il fuoco che sarebbe durato dieci anni. Levy invita a leggere le condizioni e aggiunge – il succo dell’articolo è questo – “tra di esse non ce n’era neanche una che fosse priva di fondamento”.
E a questo punto è successa una cosa strana. Volevo leggere le 10 condizioni, il giornalista invitava a farlo, e nell’articolo non riuscivo a trovarle. Ho cominciato a cercare in Rete. Le ho trovate in Inglese e in Ebraico… Finché, ad un certo punto le ho viste. Erano proprio lì, nell’articolo da cui ero partito, dopo i due punti. Eppure non le vedevo e ho avuto una dimostrazione pratica di quanto affermato da Jakob Nielsen nel lontano 1997: “How users read on the Web? They don’t”. Cioè quando si legge un testo a video non si legge sequenzialmente, ma saltando qua e là. Elenchi, spaziature tra i paragrafi, grassetti, riquadri sono accorgimenti utili proprio ad interrompere la scansione dell’occhio che procede a balzelli, richiamando l’attenzione del lettore sui punti più importanti. Nell’articolo di Internazionale, invece, erano riportate linearmente, interrotte da semplici punti e virgola.
Personalmente apprezzo molto gli elenchi puntati o numerati. E allora ve le ripropongo qui in questa forma.
Le 10 condizioni di Hamas
- ritiro dell’esercito israeliano e autorizzazione dei coltivatori a lavorare le loro terre fino al muro di sicurezza;
- scarcerazione di tutti i prigionieri rilasciati in cambio della liberazione di Gilad Shalit e poi arrestati;
- fine dell’assedio e apertura dei valichi;
- apertura di un porto e di un aeroporto sotto gestione Onu;
- ampliamento della zona di pesca;
- supervisione internazionale del valico di Rafah;
- impegno da parte di Israele a mantenere un cessate il fuoco decennale e chiusura dello spazio aereo di Gaza ai velivoli israeliani;
- concessione ai residenti di Gaza di permessi per visitare Gerusalemme e pregare nella moschea Al Aqsa;
- impegno da parte di Israele a non interferire con le decisioni politiche interne dei palestinesi, vedi la creazione di un governo di unità nazionale;
- apertura della zona industriale di Gaza.
E visto che ci sono ve le ripropongo anche in inglese, come le ho trovate sul sito MondoWeiss (Inglese) che a sua volta le riprende da Ma’ariv (Ebraico):
- Withdrawal of Israeli tanks from the Gaza border.
- Freeing all the prisoners that were arrested after the killing of the three youths.
- Lifting the siege and opening the border crossings to commerce and people.
- Establishing an international seaport and airport which would be under U.N. supervision.
- Increasing the permitted fishing zone to 10 kilometers.
- Internationalizing the Rafah Crossing and placing it under the supervision of the U.N. and some Arab nations.
- International forces on the borders.
- Easing conditions for permits to pray at the Al Aqsa Mosque.
- Prohibition on Israeli interference in the reconciliation agreement.
- Reestablishing an industrial zone and improvements in further economic development in the Gaza Strip.