-
Di questi giorni la notizia del suo proscioglimento. Il giudice ha rilevato che il comportamento è stato “oggettivamente offensivo”.Ma si può?
-
Uno dei manifesti incriminati
-
Papozze (RO): il maresciallo fa togliere i manifesti UAAR – UAAR …9 giu 2009 … E' accaduto questa mattina a Papozze, in provincia di Rovigo, dove a cura di un socio UAAR erano stati affissi dei m…0
likes·
0
comments -
Le forze dell’ordine che entrano in azione per tutelare il “sentimento religioso” della popolazione.
-
La notizia del proscioglimento
-
Atei, attenti a voi!
UAAR 22.10.12
Prosciolto Manlio Padovan, ma per il pm affermare che “Dio non esiste” rappresenta comunque “un’offesa”
«Se affermate pubblicamente che dio non esiste potete finire sotto processo per offesa ai sentimenti dei cattolici anche se la condanna penale scatta solo se un giudice o un cattolico particolarmente sensibile è in grado di dimostrare la vostra “intenzione” di offendere»0
likes·
0
comments
Category Archives: Società
Arti marziali
Martinelli va in giro a dire che lui è cintura nera di sushi.
Antonio Stenelli, Pensieri inediti e sorprendenti (Eurozona, 2006), pag. 90
Quella del Vajont
Per Natale mi è stato regalato il libro “Quella del Vajont – Tina Merlin, una donna contro“, di Adriana Lotto.
E’ stato interessante leggere la biografia di questa donna dal forte carattere i cui meriti, probabilmente, non sono stati adeguatamente riconosciuti.
Per dare un’idea del suo carattere. Il comune di Longarone istituì la “Giornata della Solidarietà” nel ventennale della tragedia. In quella occasione avrebbero consegnato un attestato di riconoscenza. Ma questo riconoscimento sarebbe stato assegnato anche alla Rai, al Gazzettino e ad altri. Per questo motivo la Merlin rifiutò seccamente: “[…]. Non posso infatti accettare, in doveroso omaggio alle vittime, di venir accomunata nella motivazione anodina “per il contributo di solidarietà offerto nei giorni successivi alla tragedia” agli altri giornalisti, “premiati”, o ai funzionari di Prefettura, o ad altri ancora, la cui collocazione professionale, civile e politica avrebbe dovuto spingerli, prima della catastrofe, i primi a correttamente informare l’opinione pubblica sul pericolo incombente e i secondi a mettere in atto gli strumenti necessari per la salvezza delle popolazioni. Verità e giustizia avrebbero voluto che l’Unità, unico giornale che aveva correttamente informato prima della tragedia, e la sua cronista che aveva persino subito un processo ancora nel 1960, non venissero confusi con altri giornalisti di altre testate che sono stati strumento in mano ai responsabili dell’asssassinio prima di esse o addirittura fino al processo. […]”
Merlin, oltre ad essere “quella del Vajont” fu partigiana e comunista. Forse per questo non ebbe il riconoscimento che meritava. Aniello Coppola la ricorda così:
Era una semplice corrispondente di provincia che aveva dovuto aspettare l’uccisione di duemila persone per vedersi tributare un riconoscimento professionale. L'”Unità” ne fece un’eroina. Le televisioni (straniere) l’intervistarno. Fosse stata in America, non le avrebbero negato il “Pulitzer“. Per quello che ne so nessuna giuria giornalistica nazionale l’ha giudicata meritevole di un premio. E poiché non era un’indipendente di sinistra, ma una militante comunista, non l’abbiamo neanche fatta eleggere deputata per una volta.
Che Dio ci aiuti. A Modena fotografo burlone scherza con santi e fanti.
Ovvero: le bestemmie nascoste nella fiction di Raiuno
Questa mattina un cliente mi ha raccontato di aver eseguito dei restauri nel Palazzo Arcivescovile della Curia di Modena. E’ un palazzo che in questi giorni sta diventando celebre perchè nella fiction Rai “Che Dio ci aiuti“, ambientata proprio a Modena, è la sede della Polizia.
Per vedere qualche immagine dell’intervento restaurativo, ho cercato in Internet. La prima foto della ricerca su Google Images è proprio un’immagine dello storico palazzo, con la scritta Polizia in bella vista.
Continue reading Che Dio ci aiuti. A Modena fotografo burlone scherza con santi e fanti.
Oggi, 48° anniversario del disastro del Vajont
Maria Pia Bassetto, giovane impiegata alle poste di Longarone, racconta quel periodo. I mesi prima del disastro e subito dopo. Com’era Longarone, chi erano i suoi abitanti, quali erano le abitudini quotidiane. Nelle sue parole tanti ricordi di persone scomparse, di sopravvissuti sconvolti, di esistenze distrutte.
Un bellissimo documento delle Officine Tolau
comments