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Di questi giorni la notizia del suo proscioglimento. Il giudice ha rilevato che il comportamento è stato “oggettivamente offensivo”.Ma si può?
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Uno dei manifesti incriminati
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Papozze (RO): il maresciallo fa togliere i manifesti UAAR – UAAR …9 giu 2009 … E' accaduto questa mattina a Papozze, in provincia di Rovigo, dove a cura di un socio UAAR erano stati affissi dei m…0
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Le forze dell’ordine che entrano in azione per tutelare il “sentimento religioso” della popolazione.
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La notizia del proscioglimento
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Atei, attenti a voi!
UAAR 22.10.12
Prosciolto Manlio Padovan, ma per il pm affermare che “Dio non esiste” rappresenta comunque “un’offesa”
«Se affermate pubblicamente che dio non esiste potete finire sotto processo per offesa ai sentimenti dei cattolici anche se la condanna penale scatta solo se un giudice o un cattolico particolarmente sensibile è in grado di dimostrare la vostra “intenzione” di offendere»0
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Category Archives: Religione
Sindone da Spiaggia
Le giornate si allungano, il caldo si fa sentire. Negli uffici qualcuno ha già acceso il condizionatore (io). E’ tempo di pensare alle vacanze al mare. Oltre ad andare in palestra per rimettevi in forma (sempre io) vi suggerisco un articolo ad effetto che vi permetterà di fare un figurone quando stenderete il vostro telo da mare in spaggia.
Non male, vero?
Il testamento di Garibaldi
Una decina di giorni fa sono stato operato ad una spalla. Alcune ore dopo l’intervento, mentre sonnecchiavo, sono comparsi alla porta un prete e una suora. Senza chiedere nulla, la suora ha annunciato: “Ecco la benedizione” e poi il prete ha cominciato a recitare sbrigativamente alcune formule magiche, ha lanciato alcune gocce d’acqua sopra le nostre teste e se n’è andato, seguito dalla solerte donna con lo chador.
Il mio vicino di stanza ha commentato: “E anche per oggi siamo a posto” e poi abbiamo tutti e due ripreso a sonnecchiare.
Ho archiviato l’episodio nella cartellina mnemonica titolata “piccoli soprusi della chiesa cattolica”, forse più divertito che seccato, stupito della mia tolleranza, probabilmente dovuta alla stanchezza dell’operazione.
L’altro giorno è arrivato a casa l’ultimo numero de “L’Ateo”, la rivista dell’UAAR con un interessante articolo di Mario Isnenghi (fino a pochi mesi fa docente di storia contemporanea a Venezia) che parla di un Garibaldi meno noto, un Garibaldi romanziere che scrisse ben quattro romanzi nell’ultimo periodo della sua vita. Brutti, dice Isnenghi, ma rivelatori di molti aspetti del Risorgimento, oltre che del pensiero di Garibadi stesso.
Nella stessa pagina, un riquadro riprende il Testamento di Giuseppe Garibaldi.
Mi è piaciuto moltissimo e mi sembra molto attuale anche in relazione al dibattito sul testamento biologico, uno degli argomenti su cui l’UAAR sta raccogliendo un grande consenso.
Ecco quindi il Testamento di Garibaldi
Siccome negli ultimi momenti della creatura umana il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra e, mettendo in opera ogni turpe stratagemma propaga, con l’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze, ai doveri di cattolico; in conseguenza io dichiaro che, trovandomi in piena ragione, oggi non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato di un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi a un discendente di Torquemada
Beh, mi ha rallegrato scoprire che condividevo con il celebre condottiero il fastidio per questi soprusi perpetrati dai religiosi che si approfittano della debilitazione del prossimo.
Monicelli e il prete al suo funerale.
Come tutti sapete, pochi giorni fa è morto suicida Mario Monicelli. Nelle sue volontà ha lasciato detto di non volere una cerimonia religiosa, ma solo la cremazione. Eppure, con una violenza che solo gli invasati riescono ad avere, un prete ha violato il funerale di Monicelli come riporta Bruno Tinti sul Fatto Quotidiano.
Un prete […] ha fermato la macchina con la bara, ha fermato tutti noi che la seguivamo e ha iniziato una nuova predica. Preghiamo per lui, uomo di fede, buono, marito affettuoso, padre esemplare, Dio lo accoglierà, la vera vita, ci sarà sempre vicino, insomma tutto il repertorio.
Tinti si arrabbia e manifesta agli amici lì intorno le sue perplessità. Gli arrivano varie risposte, e tra queste:
Poi ho parlato con un altro amico e gli ho fatto la stessa domanda. Intelligente, saggio, furbo come è sempre stato, mi ha detto “Sai, adesso non gliene importa più nulla”.
Tinti conclude
Mi sono chiesto soprattutto se questa prevaricazione fosse coerente con il messaggio di amore (ma non di rispetto) che quel sacerdote ossessivamente ripeteva davanti a tutte le bare che gli passavano davanti e che contenevano ciò che restava di un uomo e della sua libertà.
Questo episodio mi ha fatto arrabbiare parecchio. Tinti sbaglia a puntare la sua attenzione sull’incorenza del prete. Chi se ne frega. Sarà un problema del prete essere o meno coerente. Il problema è la prevaricazione sulla libertà di Monicelli (o di chiunque altro). Una prevaricazione violenta, che dovrebbe portare alla denuncia e alla condanna di quel prete per “Turbamento di un funerale o di un servizio funebre” (art. 409 del codice penale).
Non condivido la risposta dell’amico di Tinti “Adesso non gliene importa più nulla“.
E’ vero: ai morti non importa più nulla, ma è ai vivi che bisogna pensare e sono certo che le persone vivono meglio se sanno che NESSUNO violenterà la loro memoria e la loro libertà.
La prima che ho visto una donna coperta integralmente – non è un burqa, ma quasi
In questi giorni ritornano le polemiche sul velo, burqa e altri indumenti femminili.
In molti vorrebbero vietare questi indumenti. Io non sono d’accordo e condivido l’opinione di Carlo Gubitosa, su Mamma.am
Nel 1987 viaggio in Turchia ho visto per la prima volta una donna che si copriva integralmente.
Ecco la foto
Mentre cercavo la foto, però, mi è venuto in mente che quella non era la prima volta che vedevo una donna coperta integralmente. Mi era capitato, qualche anno prima, di visitare la chiesa di Santa Chiara, ad Assisi. E’ stato allora che ho visto una donna che aveva deciso di coprirsi integralmente: una suora di clausura.
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