La macchina del tempo in un CD – Grecia anno 2000

Un paio di giorni fa si è diffusa la notizia che un team di scienziati russi, utilizzando un computer quantistico, sarebbe riuscito a invertire la freccia del tempo.

Cosa voglia dire non l’ho mica capito bene, ma pare che questa inversione sia durata una frazione di secondo e, mettono in guardia gli scienziati, non si può certo parlare di macchina del tempo.

Ebbene, questa mattina sono riuscito a fare una cosa simile, con un esperimento che potete replicare facilmente a casa vostra. Ho ravanato negli scaffali della mia libreria e ho trovato un CD comprato in Grecia, quando abbiamo fatto il nostro primo viaggio con un camper vero.

E zakkete! Senza computer costosi, è bastato riascoltarlo per ritrovarmi a viaggiare a ritroso nel tempo per ben 19 anni, quando abbiamo passato un paio (o forse erano tre?) di settimane intensissime in Grecia girando per un paese profumatissimo, con un mare splendido e siti archeologici da urlo. Mi è sembrato di risentire la voce mia figlia, all’epoca era appassionata di mitologia greca, che ogni sera ci raccontava le storie degli dei litigiosi. Ho risentito il sapore del polpo mangiato nei ristorantini in riva al mare, mi sono rivisto mentre con la torcia elettica ci infilavamo nei cunicoli di Micene , o mentre correvamo negli stadi di Olimpia e Delfi o declamavamo poesie nei gli antichi teatri.

Insomma se avete voglia e tempo e soprattutto se non possedete un computer quantistico, ravanate un po’ anche voi tra gli scaffali, sono sicuro che salterà fuori qualcosa di magico. Chiunque può viaggiare nel tempo.


La musica

Il CD che mi ha fatto viaggiare nel tempo è Θεσσαλονίκη – Γιάννενα Με Δυο Παπούτσια Πάνινα di Γιώργος Νταλάρας  (Thessaloniki – Yannena with Two Canvas Shoes di Giorgos Dalaras) e la canzone che apre il CD è Σου άξιζε μια καλυτερη αγκαλιά  (Sou Aksize Mia Kalyteri Agalia ) per la quale ho trovato questo traduzione

Ti meritavi un abbraccio migliore

Non mi interessa con chi ascolti questa canzone stasera
Non mi interessa con chi ascolti questa canzone stasera
Ti meritavi un abbraccio migliore
Ti meritavi un abbraccio migliore
Non mi interessa con chi ascolti questa canzone stasera

Scrivimi solo una lettera
che non leggerò mai
Intorno a noi, il fuoco infuria

Scrivimi solo una parola o due
A proposito di persone e luoghi
Che non vedremo mai insieme

Nessuno mi ascolta stasera, e niente mi aiuta
La mia chitarra è arrabbiata con me stasera, e non sta parlando con me

Cammino su vetri rotti
Cammino su vetri rotti
Non mi interessa con chi ascolti questa canzone stasera

Scrivimi solo una lettera
Che non leggerò mai
Tutto intorno a noi, il fuoco infuria
Basta scrivermi una parola o due
A proposito di persone e luoghi
Che non vedremo mai insieme

Immagini

Poche foto di quella vacanza (non so perché ma non avevo molta voglia di fare foto) ma qualcuna l’ho trovata.

 

La Corsica e i Muvrini

Non ascolto molta musica, ma ogni tanto, di solito il sabato o la domenica, prima di fare colazione cerco tra i vecchi CD qualcosa da ascoltare . Questa mattina mi è capitato tra le mani un CD che avevo comprato in Corsica nel 1998, l’unica volta che ci sono stato. Una terra bellissima dai grandi contrasti, con belle montagne, boschi e belle spiagge e scogliere. Una terra “selvaggia”.

Avevamo fatto una passeggiata in montagna, vicino a Corte, e alla fine della camminata c’era un lago e un rifugio. I due gestori sembravano dei pastori, più che dei ristoratori. Ma con un tocco di modernità avevano un lettore CD portatile e stavano ascoltando questo disco. Ho chiesto come chi cantava. “I muvrini”, mi hanno detto, “i mufloni”. Un nome adatto al luogo, ho pensato, e appena tornato a valle me lo sono comprato.

Ci sono delle canzoni bellissime. Ve ne propongo una col testo in corso che tanto si capisce benissimo.

Eo è tù

Dammi nutizie di u to viaghju
Imprestami l’ale d’un altru vulà
È s’e e vite si ponu rifà
A meia conta i ghjorni chì sà
A meia solu ùn la sò navicà
Dammi u tempu d’un altru curagiu
È nantu à l’ore chì mancanu à mè
Dicie sempre ùn aghju ch’è à tè
Eo per pena vurria sapè
S’è à d’altre rive u to core stà bè
Eo è tù
Quandu a notte ùn ne finisce più
Ghjè u silenziu dì tè
Chì mi parla u più
È s’ellu trica u celu di maghju
L’altru battellu chì voca l’età
Tù sai leghje l’avvene chì và
Dimmi per noi chì tempu farà
L’amore morte s’elle ponu vultà
Eo è tù
Quandu a notte ùn ne finisce più
Ghjè u silenziu dì tè
Chì si sente u più
Eo è tù
Ghjè u silenziu dì tè
Chì mi parla u più …

Visto che ci sono (e che le avevo scandite) pubblico qui anche qualche foto di quel viaggio.

(forse si vedono meglio su Google foto)

Scontri presso il muro di Gerusalemme tra ultra ortodossi e le “donne del muro”

Ieri mattina a Gerusalemme, presso il muro occidentale, si sono verificati degli scontri perché centinaia di giovani ebrei ultra ortodossi hanno cercato di interrompere il momento di preghiera – che ieri coincideva con la giornata internazionale della donna – organizzato da “Women of the Wall”, il movimento nato nel 1988 per chiedere che le donne ebree praticanti possano avere gli stessi diritti religiosi accordati agli uomini, soprattutto per quanto riguarda gli spazi vicini del Muro.

La mia solidarietà a queste donne che vogliono solo pregare negli stessi spazi,negli stessi luoghi, con gli stessi abiti e gli stessi diritti dei maschi.

Ma non riesco ad essere del tutto dalla loro parte, perché non riesco a non pensare all’assurdidà delle grandi religioni monoteiste che da migliaia di anni contribuiscono a perpetuare la supremazia del maschio sulla femmina. Per queste religioni le donne sono considerate impure, devono pregare in modo diverso dagli uomini, in spazi in spazi confinati e meno importanti; non possono vestirsi come i maschi e alle donne è impedito avere ruoli di potere o di comando nelle gerarchie ecclesiastiche.

Com’è possibile essere donna e credere nelle storie propalate da simili istituzioni? Come fa a non venire il dubbio, il sospetto che l’ipotetico dio che ha permesso tutto ciò, non abbia come minimo qualche rotella fuori posto? O  può non venire in mente che questo dio semplicemente non esista e che, come logica conclusione, il problema stia proprio nel voler aderire ad una cosa assurda come la religione?

Mah…

Articoli e link

Scioglimento dei Ghiacciai – La cartina bufala

Da diversi anni (almeno dal 2014) si sta propagando in rete questa cartina che fa vedere quali sarebbero – a detta degli autori – gli effetti dei cambiamenti climatici sul nostro paese entro il 2010. Una roba impressionante: città come Roma, Venezia, Modena, Padova completamente sommerse. Milano che diventa un porto di mare. Nuove isole… Continue reading Scioglimento dei Ghiacciai – La cartina bufala

Lisbona, l’Alfama, i Madredeus e la saudade per un viaggio del 1996

«La nostalgia è un luogo mobile che appare e scompare sulle carte della fantasia ma sta ben saldo nel cuore di ognuno di noi»
(J. Saramago)

Questa settimana un sacco di riferimenti mi hanno portato a pensare al Portogallo: prima un compagno di partito neopensionato (Paolo) appena tornato da una vacanza di due mesi dal Portogallo, poi l’incontro al bar di un altro amico (Luigi) che mi annuncia la sua prossima vacanza a Lisbona con tutta la famiglia.

Insomma, questa sera va così,  riguardando un po’ di foto scattate in Portogallo e a Lisbona, una città che non si può dimenticare, mentre ascolto la splendida voce di Teresa Salgueiro dei Madredeus che canta “Alfama”, la colonna sonora di un film di Wim Wenders e del nostro viaggio nel lontano 1996.

 

 

“Agora, que lembro
as horas ao longo do tempo
Desejo, voltar
voltar a ti
desejo te encontrar
Esquecida
em cada dia que passa
nunca mais revi a graça
dos teus olhos
que amei.
Má sorte, foi amor que não retive
e se calhar distraí-me
– Qualquer coisa que encontrei”.


“Adesso che ricordo
le ore nel corso del tempo
Desidero tornare
tornare da te
desidero incontrarti
Dimenticata
in ogni giorno che passa
non ho più rivisto la grazia
dei tuoi occhi
che ho amato
Sfortunato
è stato l’amore che non ho conservato
forse mi ha distratto
qualche cosa che ho incontrato…”.