Perché il complottismo piace tanto?

Ve lo sarete chiesti tutti, almeno una volta: com’è possibile che (metteteci pure il nome che preferite), una personcina così intelligente, creda ciecamente alle…

Source: libernazione.it

Di tanto in tanto ci imbattiamo qualcuno che manifesta granitiche certezze in una di quelle puttanate che a noi sembrano assolutamente incredibili. Com’è possibile che una persona con un po’ di sale in zucca creda a simili scemenze? La risposta immediata e banale è: perché è scemo e sale in zucca non ce n’ha.

Ma a volte capita che qualche persona che conosciamo e che stimiamo, qualche persona per altri versi intelligente, profonda e stimolante manifesti apertamente la sua profonda convinzione in una di quelle puttanate.

E in questo caso, la risposta "è scemo" non basta più e ci manda in corto circuito. Bravo Capriccioli, ad affrontare questa domanda che in ci siamo posti parecchie volte e bravo anche a suggerire offrire tre spiegazioni sulle ragioni del successo del complottismo:

 

1. Il complottismo è rassicurante

2. Il complottismo fa sentire intelligente chi lo pratica

3. Il complottismo ha sostituito Dio.

 

Simpatica anche la conclusione.

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Selezionate da Internazionale

C’è un giudice a Francoforte

Il tribunale di Francoforte ha fermato UBER l’app per condividere viaggi in auto. Per i trasgressori è prevista una multa di 250 mila euro o 6 mesi di carcere. UBER ha fatto capire che comunque continueranno ad offrire il servizio. E vorrei anche vedere…

Facebook è una società privata

Lo fa notare Giovanni De Mauro nell’editoriale dal titolo “Recintato”. Dice De Mauro: “Tutto quello che viene regalato a Facebook dagli utenti resta rinchiuso lì, cioè non finisce, se non in minima parte […] e quindi non torna in circolazione come patrimonio collettivo: è un walled garden, un giardino recintato, tutto l’opposto dello spirito di condivisione su cui dovrebbe fondarsi Internet”

Il Paracetamolo non è acqua fresca

Mi hanno “costretto” ad usare il paracetamolo a posto del mio preferito acido acetilsalicilico, perché dicono che sia innocuo. Una piccola rivincita arriva dall’articolo “La cura imperfetta” in cui si spiega che il paracetamolo non si può assumere come se fosse acqua fresca. E non cura proprio tutto.

Film da vedere

Le cose belle.

Di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, Italia 2013.

BirdMan.

Di Alejandro González Iñárritu. Stati Uniti 2013

Libri da Leggere

La città ai confini del cielo

Un romanzo dedicato al grande architetto ottomano Sinan
di Elif Shafak, Rizzoli.

Musica da Ascoltare

Ta hrei tis kardias sou
di George Dalaras

Le 10 condizioni di Hamas

gazaIeri, Internazionale ha proposto online un articolo di Gideon Levy dal titolo “Fragole o Sangue?” in cui si commentano le  dieci condizioni di Hamas, pubblicate la scorsa settimana, per un cessate il fuoco che sarebbe durato dieci anni. Levy invita a leggere le condizioni e aggiunge – il succo dell’articolo è questo – “tra di esse non ce n’era neanche una che fosse priva di fondamento”.

E a questo punto è successa una cosa strana. Volevo leggere le 10 condizioni, il giornalista invitava a farlo, e nell’articolo non riuscivo a trovarle. Ho cominciato a cercare in Rete. Le ho trovate in Inglese e in Ebraico… Finché, ad un certo punto le ho viste. Erano proprio lì, nell’articolo da cui ero partito, dopo i due punti. Eppure non le vedevo e ho avuto una dimostrazione pratica di quanto affermato da Jakob Nielsen nel lontano 1997: “How users read on the Web? They don’t”. Cioè quando si legge un testo a video non si legge sequenzialmente, ma saltando qua e là. Elenchi, spaziature tra i paragrafi, grassetti, riquadri sono accorgimenti utili proprio ad interrompere la scansione dell’occhio che procede a balzelli, richiamando l’attenzione del lettore sui punti più importanti. Nell’articolo di Internazionale, invece, erano riportate linearmente, interrotte da semplici punti e virgola.

Personalmente apprezzo molto gli elenchi puntati o numerati. E allora ve le ripropongo qui in questa forma. 

Le 10 condizioni di Hamas

  1. ritiro dell’esercito israeliano e autorizzazione dei coltivatori a lavorare le loro terre fino al muro di sicurezza;
  2. scarcerazione di tutti i prigionieri rilasciati in cambio della liberazione di Gilad Shalit e poi arrestati;
  3. fine dell’assedio e apertura dei valichi;
  4. apertura di un porto e di un aeroporto sotto gestione Onu;
  5. ampliamento della zona di pesca;
  6. supervisione internazionale del valico di Rafah;
  7. impegno da parte di Israele a mantenere un cessate il fuoco decennale e chiusura dello spazio aereo di Gaza ai velivoli israeliani;
  8. concessione ai residenti di Gaza di permessi per visitare Gerusalemme e pregare nella moschea Al Aqsa;
  9. impegno da parte di Israele a non interferire con le decisioni politiche interne dei palestinesi, vedi la creazione di un governo di unità nazionale;
  10. apertura della zona industriale di Gaza.

E visto che ci sono ve le ripropongo anche in inglese, come le ho trovate sul sito MondoWeiss (Inglese) che a sua volta le riprende da  Ma’ariv (Ebraico):

  • Withdrawal of Israeli tanks from the Gaza border.
  • Freeing all the prisoners that were arrested after the killing of the three youths.
  • Lifting the siege and opening the border crossings to commerce and people.
  • Establishing an international seaport and airport which would be under U.N. supervision.
  • Increasing the permitted fishing zone to 10 kilometers.
  • Internationalizing the Rafah Crossing and placing it under the supervision of the U.N. and some Arab nations.
  • International forces on the borders.
  • Easing conditions for permits to pray at the Al Aqsa Mosque.
  • Prohibition on Israeli interference in the reconciliation agreement.
  • Reestablishing an industrial zone and improvements in further economic development in the Gaza Strip.

 

 

Google Maps Smarty Pins

Smarty Pins is a Google Maps based geography and trivia game.

Source: smartypins.withgoogle.com

Un gioco lanciato da Google che mette alla prova la conoscenza della geografia.

Viene posta una domanda, che ha come risposta una località. Google più o meno fa vedere una porzione di mappa che comprende anche la città/risposta. Per rispondere si prende il PIN e lo si posiziona nel luogo corretto.

Molto divertente, ma ci sono due difetti che spero vengano presto corretti. Innanzitutto ci sono un po’ troppe domande sulle vicende inglesi. Ma che cavolo ne so io, di quale città era Duca un certo ceffo dell’inizio del ‘900? Suvvia…

E poi, anche google, maledetti, posizionano la mappa in modo che la città/risposta si trovi in un raggio di 1000 miglia (o 1600 km e rotti). Ma si può? Ragazzi (dico a Google) guardate che il sistema metrico internazionale è quello decimale basato sul metro, mica su miglia, pietre, piedi, pertiche, pollici e pezzoloni!

Quando la bufala è servita – intervista a Italia Unita per la Scienza

Federico Baglioni è coordinatore nazionale di Italia Unita per la Scienza, movimento culturale che dal 2013 si batte contro la disinformazione scientifica in Italia….

Source: libernazione.it

Intervista a Federico Baglioni, coordinatore di Italia Unita Per la Scienza, associazione che si pone l’obiettivo di fare una corretta informazione scientifica. Lo fa anche scendendo in piazza, non solo con i comunicati. Non sono pagati, ma stanno organizzandosi per il crowdfunding. 

L’intervista tocca l’argomento delle bufale, perché sono popolari, come si diffondono, chi è responsabile (consapevole o inconsapelvole) della loro diffusione…