Sentirsi in un film

Certe volte mi sforzo di sentirmi in un film, nel senso che ne avrei voglia ma non ne sono capace. Tutto il mondo allora sembra senza sapore e incapace di un qualche tipo di riscatto. Sentirsi in un film mentre cammini per strada secondo me rende felici, perchè c’è tutta una atmosfera di affetto per le cose che ti stanno intorno.

Mario Valentini, Voglia di lavorare poca (Portofranco, 2001), pag. 27

In settembre a un certo Fallon del quarto plotone gli diede di…

In settembre a un certo Fallon del quarto plotone gli diede di volta il cervello. Salì sul parapetto della trincea, durante un fuoco di sbarramento, e nessuno riuscì a convincerlo a scendere. Cercammo di parlargli, di farlo tornare indietro, ma non ne volle sapere. “Voglio che mi sparino”, continuava a dire. “So benissimo quel che faccio. Voglio che mi prendano… è un suicidio, capite!”. Poi Porco di Ferro Riggin tirò fuori la pistola e la puntò contro la testa di questo Fallon. “Se non la smetti di suicidarti, ti ammazzo quant’è vero che sono qui!”, disse. Fallon divenne bianco di colpo e si mise a piagnucolare. Saltò giù dalla trincea e si mise in ginocchio. “No”, disse, “non mi uccidere, per favore…”.

William March, Compagnia K (Castelvecchi, 2010), pag. 141

Yugoslavia in bicicletta 30 anni fa

Aggiornamento!!! Evviva!
Per questo post mi hanno dato un premio (*)


Yugoslavia, Jugoslavia o …

In effetti, se fosse oggi, nessuno scriverebbe più Yugoslavia. Bisognerebbe parlare di Croazia, Slovenia, Bosnia ecc. ecc.

Beh, 30 anni fa, io, Roberto Gidoni e Giovanni Bonizzi (detto anche Nani Bestema per il suo frequente uso del nome di dio associato ad aggettivazioni fantasiose) abbiamo caricato i nostri bagagli sulle biciclette siamo partiti da Belluno verso la Jugoslavia.

La mattina della partenza da Belluno
Partenza da Belluno per la Yugoslavia

Siamo andati a Rijeka (Fiuma) e poi da lì verso l’interno, arrivando ai Laghi di Plitvice. Poi siamo entrati in Bosnia a Bihac e siamo rispuntati sulla costa a Sibenik. Da qui siamo risaliti a Zara dove infine abbiamo preso la nave per Lussino e Venezia. Due settimane belle intense e avventurose, magari un giorno racconterò qualche dettaglio in più.

Nel 1980 questo tipo di viaggio non era molto diffuso ed è stata una gran bella esperienza.

In questi giorni ho in uso uno scanner per diapositive  che abbiamo comprato facendo una specie di consorzio. Il primo caricatore che ho scandito è stato proprio quello di quel viaggio avventuroso di 30 anni fa.

Ecco qualche foto.

Salita maledetta con asfalto semiliquido
Salita maledetta, con asfalto semiliquido
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Tuffo nei laghi di Plitvice
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Incidenti di percorso
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Non sempre piantavamo la tenda per dormire

Oppure, su Picasa, trovate l’intero album