Credo che il risultato più importante per la sinistra sia avvenuto proprio in Lazio.
Ormai è certa la vittoria della Polverini, ma fino all’ultimo momento siamo rimasti in attesa, perché la vittora della Bonino sembrava possibile.
Ma vi ricordate da che punto partiva la campagna elettorale nel lazio? Partiva da Marrazzo e dai suoi trans. Nei mesi scorsi nessuno avrebbe mai immaginato un testa a testa fra centro sinistra e centro destra. Il centrosinistra era talmente convinto della sconfitta che non si trovava uno straccio di candidato. Poi, improvvisamente, si è presentata la Bonino, con le sui istanze, di giustizia, di laicità, di libertà. Controvoglia e senza troppa convinzione il PD ha alla fine accettato questa candidatura e poi, pian pianino, il consenso introrno ad Emma Bonino è cresciuto. Per un pelo non ce l’ha fatta.
Un applauso per Emma!
Aver messo un candidato “quasi di sinistra”, che diceva cose di sinistra, ha quasi fatto vincere il centrosinistra in Lazio, dopo il disastro combinato da Marrazzo.
Speriamo che questa lezione serva al PD, per capire che direzione prendere. Che capisca, finalmente, che se avesse messo candidati “di sinistra” anche nelle altre regioni, forse avrebbe potuto limitare i danni e frenare Berlusconi.
Di solito quando ci sono le elezioni tutti i partiti ci spiegano di aver vinto. Magari perché hanno perso meno di quello che pensavano di perdere. Oppure dicono che gli avversari non sono cresciuti quanto pensavano di crescere. Considero abbastanza fastidioso questo comportamento, però, quest’anno credo che sia un anno eccezionale e che si possa guardare la sconfitta (della “sinistra”) con positività e ottimismo.
Queste elezioni produrranno una sconfitta della cosiddetta sinistra. Una sconfitta più o meno ampia – in questo momento la destra controlla solo 2 regioni su 13 – ma sarà certamente una sconfitta. L’incapacita’ di tutte le forze “di sinistra” fare una vera politica di solidarietà, pace, lavoro una politica antiliberista porterà certamente voti alla pessima destra che ci governa.
Eppure, nonostante l’inevitabile sconfitta della sinistra, sono convinto dell’eccezionalità di questa tornata elettorale, perché, indipendentemente dal risultato, queste elezioni segneranno la fine del regime berlusconiano.
Da un po’ di tempo ho sul mio blog un aggeggio che permette di vedere al volo gli ultimi accessi al blog: ora dell’accesso, quale sistema operativo e browser usava, su che pagina è arrivato e, soprattutto, la provenienza dell’utente. (Se ci date un’occhiata, probabilmente vi ritrovate …)
Tempo fa, ho riportato una falsa immagine di repubblica, in cui si celebrava la morte di Berlusconi.
L’articolo si è posizionato bene su Google quando si cerca “morto berlusconi” o roba simile.
Siccome, con lo strumento di visualizzazione degli accessi si vedono anche le frasi usate nella ricerca, ogni tanto vedo che qualcuno è arrivato sul sito cercando appungo “berlusconi morto” oppure “è morto berlusconi” o roba simile.
E io, ogni volta che vedo questi ingressi al blog, mi illudo per qualche secondo queste ricerche siano fatte perchè Berlusconi è morto davvero.
Come al solito (è il terzo libro che leggo) Mammi è molto divertente. Le riflessioni di Bergamini, il protagonista, spaziano in tutti i campi: la religione, la pubblicità, la politica, la linguistica….
Mi sono sorpreso un mucchio di volte a dire tra me e me: “Ehi, ma questo l’ho sempre pensato anch’io”, il che mi ha fatto sentire molto in sintonia con l’autore.
Solo che Gianfranco Mammi ha un modo di scrivere molto divertente, molto più divertente di quello che sarei in grado di fare io.
Il protagonista (questo Bergamini appunto), rovescia il giorno con la notte e mi ha fatto ricordare un amico, Mario, che durante l’università aveva deciso di dormire di giorno e di studiare di notte per affrontare gli esami durante le calde estati modenesi. Dopo un po’ Mario ha abbandonato l’esperimento, ma fa ancora belle riflessioni, come quelle di Bergamini.
Mi sono divertito anche a ritrovare nel libro la chiesa di Baggiovara, la frazione di Modena dove abito, con la sua gigantesca scritta “Dio non è amato perché non è conosciuto” (io penso che sia vero esattamente il contrario: “Dio è amato perché non è conosciuto”. Se la gente conoscesse un po’ di più le sacre scritture, smetterebbe di amarlo presto quel assassino, e in poco tempo smetterebbe anche di credere nella sua esistenza)
Citazione:
La cosa più curiosa è questa, disse la yucca per fare la saccente: se ho capito bene la parola crucco vuol dire pane in croato.
Bravo Gianfranco, continua così. Non vedo l’ora di leggere il prossimo.
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Ah, quando ho finito il libro ho scorso i titoli della stessa casa editrice “AlphaBeta Travenbook” (qualità del libro ottima!) e ho vitsto che al numero 33 c’è: Dem Duke Ellington gefiel Hitchock nicht und andere Geschichten vom Jazzdi Aldo Gianolio. E’, ovviamente, la traduzione in tedesco di un libro che ho appena finito e che anche questo mi è piaciuto molto. E bravo anche l’editore!