Carceri abbandonate

Un carcere italiano
Un carcere italiano

In questi giorni i nostri parlamentari e governanti sono tutti impegnati per riformare la giustizia. E’ una priorità!

Ovviamente la priorità è determinata dal fatto che Berlusconi potrebbe essere condannato e perciò i nosti eroi dedicano le loro energie per emanare provvedimenti “ad personam” per salvare Berlusconi.

Ma la riforma della giustizia non è solo il processo. Anzi, avendo risorse, probabilmente la nostra legge è già molto garantista.

Per esempio, si potrebbero facilitare le indagini e le intercettazioni, assumere più poliziotti, magari dotandoli di auto più nuove, di computer negli uffici. Nei tribunali potrebbero esserci più impiegati ecc. ecc.

E poi, una volta emesse delle sentenze di condanna, bisogna occuparsi della detenzione. In Italia è noto che le carceri sono sovraffollate. Ma costruire nuove prigioni non sembra prioritario.

La sinistra, perché crede che la costruzione di nuovi istituti di pena sia una politica di destra (meglio allora far stare da bestie i carcerati e fare qualche indulto/aministia di tanto in tanto o concedere gli arresti domiciliari).

La destra – che pure ha in programma la costruzione di nuove carceri – perché ritiene più urgente salvare Berlusconi dalla galera.

Eppure non sarebbe neppure necessario spendere tanti soldi per costruire nuove carceri. Basterebbe mettere in funzione quelle ultimate e mai inaugurate o ristrutturare quelle abbandonate.

Per farsi un’idea di questo enorme spreco di denaro pubblico vi invito a leggere sul sito GRnet.it l’articolo:

Carceri: 40 gli istituti penitenziari già costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e vigilati, che però sono inutilizzati e versano in uno stato d’abbandono totale


Aggiornamento (il giorno dopo…)

Non si fa in tempo a parlarne che questo efficientissimo governo tramite il suo ministro Alfano emana subito un provvedimento carceri. Ovviamente non si parla di ristrutturare ma di costruire ex novo.

Riporto il commento di Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera: “L’emergenza carceri esiste, ma il piano del governo è una bufala”. “Il piano è un indulto mascherato perché sono 20.000 i detenuti che devono scontare ancora un anno di pena. Torneranno in libertà e sarà difficile controllarli, con evidenti conseguenze per la sicurezza dei cittadini”. “Il governo, inoltre, deve spiegarci perché annuncia la costruzione di nuove carceri quando sono decine quelle già esistenti e inutilizzate. Anche l’assunzione di 2.000 nuove unità è poco credibile perché questo governo ha tagliato molto i fondi destinati al comparto sicurezza”.

Lo spregiativo nero

Un negro famoso
Un negro famoso

Trovo insopportabile il ribaltamento di significato delle parole negro/nero.

Non molto tempo fa, consultando un dizionario non proprio nuovissimo, ho trovato una definizione di negro che concludeva più o meno così: da evitare lo spregiativo nero.

Sì, proprio così. Un po’ di tempo fa – neanche tantissimo quel dizionario ha circa 25 anni –  negro non aveva un significato dispregiativo, anzi la parola da evitare era nero.

Poi gli italiani, famosi nel mondo per non conoscere le lingue, hanno cominciato a studiare le lingue straniere, specialmente l’inglese (dopo la seconda guerra mondiale siamo stati colonizzati e l’inglese si è imposto)

E allora, da bravi provincialotti, molti italiani hanno cominciato a fare i fenomeni, usando a più non posso le parole inglesi al posto di quelle italiane, anticipando l’accento in tutte le parole terminanti per consonante straniere e no,  (es. pàlasport, dépliant sentite dal sottoscritto), facendo i pignolini e mettendo la “s” finale in tutti i plurali (films, fans, clubs, forums, bunkers, krapfens), doppiando i film in italiano, ma mantenendo i titoli originali (che fa figo) o addirittura doppiando i film spagnoli o  tedeschi in italiano, ma mettendoci il titolo inglese… (es. il film tedesco “Das Experiment“, che diventa The Experiment e anche il film spagnolo “Los Ortros” che in Italia è stato distribuito col titolo “The Others”) e così via…

Così un giorno, studiando l’inglese, gli italiani hanno scoperto che la parola inglese “nigger” ha un significato offensivo e spregiativo. Per far vedere che  l’inglese lo conoscevano davvero, hanno attribuito un significato spregiativo alla parola “negro” solo perchè simile a “nigger”, dando un valore spregiativo ad una parola che, fino a quel momento di spregiativo non aveva nulla. Infine, dimostrando di non sapere l’italiano, hanno cominciato a usare “nero“, il termine spregiativo, come se fosse quello elegante e corretto. Di solito apostrofando in malo modo quelli che osavano usare negro:

Ma come? Dici “negro”, ma non ti vergogni? Negro è spregiativo! In italiano si dice: nero.


Questa storia mi ricorda un po’ quelli che durante le manifestazioni comuniste fanno il pugno chiuso alzando rigorosamente il braccio sinistro.

E guai a chi si sbaglia: “Ehi, che fai? Alzi il braccio destro come i fascisti? Noi siamo di sinistra si alza il braccio sinistro!

Ecco. Sono le stesse persone che se dici negro ti guardano male.

Saluto Comunista Alle Origini
Saluto Comunista Alle Origini
Pugni alzati (sinistri) oggi
Pugni alzati (sinistri) oggi

Ripristinato il ministero della salute.

Ritorna la Salute
Ritorna la Salute

Il 31 ottobre ho sbeffeggiato questo governo (di merda) che – in seguito ad una delle tante alzate d’ingegno di Berlusconi – aveva eliminato il ministero della salute evidentemente considerato superfluo.

Beh, neanche il tempo di sputtanarlo e il 13 novembre 2009 si sono resi conto della cagata berlusconiana e l’hanno scorporato dal “Ministero della Salute, del lavoro e delle politiche sociali”.

La legge è entrata in vigore il 13 dicembre 2009 perciò da un mesetto è resuscitato il ministero della salute e Fazio è stato promosso a ministro vero e proprio.

Speriamo sia meglio di Sirchia.

Guida per trovare vere donne ninfomani

Suora probabile donna ninfomane
Suora probabile ninfomane

E’ il sogno di tutti i maschi, ammettiamolo: trovare una donna ninfomane disposta a fare tutto l’immaginabile – e soprattutto l’inimmaginabile – senza dover essere implorata.

Ma come si riconoscono le donne ninfomani? E’ vero che spesso sono indistinguibili dalle altre? Come evitare di perdere tempo con donne che sembrano ninfomani e invece non lo sono?

Beh, il blog DaUomo.com (solo per uomini veri) ha pubblicato una pratica guida per poter distinguere se una donna è ninfomane oppure no.

Leggetevi pure l’articolo, ma ben più spassoso è l’analisi del citato articolo fatta da Kra, autodefinito il miglior blog satirico degli ultimi 150 anni.

Insomma, se volete divertirvi il sito da leggere è il secondo.

Fonti su donne ninfomani

La violenza non è mai accettabile. Ma ne siamo sicuri?

Subito dopo l’attentato a colpi di souvenir moltissime persone (soprattutto politici) hanno stigmatizzato l’uso della violenza dichiarando: “La violenza non è accettabile, mai!

Una levata di scudi e una condanna della violenza su giornali, TV, blog (ad esempio Berlusconi, la violenza no di Angelo Volpe),e social media, talmente generalizzata da far passare chi non la vede nello stesso modo per un pericoloso estremista.

In questo periodo mi è capitato di riflettere su questa frase, su questa inaccetabilità della violenza, sempre e comunque e di chiedermi se in questo rifiuto generalizzato ci poteva essere qualche cosa di sbagliato e se, qualche volte, la violenza è accettabile oppure addiriturra il comportamento più giusto.

Mi sono fatto alcuni esempi, ponendomi delle domande.

Hitler e Mussollini
Hitler e Mussollini

Per esempio: sarebbe stato giusto uccidere Hitler? Se misuro l’eticità di un’azione in base al numero di morti, beh, nel caso di Hitler ammazzandone uno se ne sarebbero salvati milioni… Forse sarebbe stato un’azione giusta o addirittura meritoria!

Stupro
Stupro

Oppure, secondo esempio. Una buona parte delle persone conviene che la legittima difesa sia giusta. In questo caso un’ipotetica vittima di una uno stupro se si ribella ribellarsi può – anche legalmente – uccidere l’assalitore.

Abu Ghraib
Abu Ghraib

Un terzo esempio: immaginiamo un campo di prigionia, tipo Abu Ghraib. Se uno dei prigionieri, oggetto delle odiose vessazioni, si fosse ribellato e fosse riuscito a ferire o ad uccidere un proprio aguzzino avreste considerata ingiusta o inappropriata la violenza?

Quarto esempio: quello che sta succedendo in questi giorni a Rosarno. Alcuni immigrati sfruttati si sono stufati di essere oggetto di violenza da parte dei locali. Avrebbero potuto rivolgersi alle forze dell’ordine, allo Stato, ma la loro condizione di clandestini li avrebbe costretti a pagare un prezzo troppo alto: l’espulsione. E allora si sono ribellati in modo violento.

Rivolta Rosarno (da Repubblica)
Rivolta Rosarno (da Repubblica)

E’ interessante osservare come – in questo caso – la condanna della violenza non sia stata così unanime. Ad esempio, alcuni miei amici blogger hanno avuto una valutazione tollerante della violenza praticata “dagli schiavi”. (Vedi Rosarno, Italia di Angelo Volpe e Dalla parte dei più deboli, di Orso Marsicano *).

L’unico elemento comune nei casi che ho riportato come esempi di “violenza accettata” è il forte squilibrio dei rapporti di forza, con un elemento forte che vessa e sottomette un elemento più debole, enormente più debole.  Hitler era più potente dei suoi attentatori; le guardie carcerarie di Abu Ghraib sottomettevano completamente i loro prigionieri; chi tenta un stupro è fisicamente più forte della vittima; e gli italiani che si sono divertiti a vessare ed aggredire gli immigrati a Rosarno, erano in una posizione di privilegio.

Sembra quasi che la violenza praticata dal più debole nei confronti del più forte sia più tollerabile delle violenza in altre situazioni. In certi casi viene percepita addirittura come giusta.

Non sono arrivato ad una conclusione, ma ormai mi sono convinto che non è vero che l’uso della violenza non sia mai giustificato. Ci sono dei casi in cui la violenza è giustificata e giusta.

E’ possibile definire una regola generale, una casistica che permette di considerara le violenza una soluzione accettabile? Non lo so, ma avendo già trovato quattro casi che aprono la strada a parecchi dubbi credo possano esser i molti i casi forse sarebbe il caso di rivedere l’affermazione “La violenza non è mai accettabile”.

E voi che ne dite?

*) Nota 12/10/2013: l’articolo “Dalla Parte dei più deboli” non c’è più.