I compiti a casa non servono a niente

(dal Corriere della Sera)

hanno dimostrato che tabelline ed esercizi non migliorano il rendimento scolastico

La battaglia (vinta) di due canadesi Niente più compiti a casa per i loro figli Sherri Milley ha raccolto prove per anni e il tribunale le ha dato ragione. L’istituto stila un “piano differenziato”

MILANO – Due genitori così li vorrebbero tutti gli studenti del mondo. Sherri e Tom Milley, una coppia di canadesi, hanno lottato per due anni in tribunale, per ottenere che i loro figli non dovessero fare più i compiti a casa. Ma la cosa più bizzarra è che, alla fine della lunga battaglia legale, hanno avuto la meglio sulla scuola argomentando con successo che non esiste alcuna evidenza scientifica che sobbarcarsi ogni pomeriggio di tabelline, dettati ed esercizi di grammatica migliori il rendimento scolastico.

BATTAGLIA LEGALE – Sherri e Tom – non è un particolare irrilevante – di mestiere fanno gli avvocati a Calgary (nello Stato di Alberta). Erano stufi di dover convincere ogni sera i due piccoli Spencer, 11 anni, e Brittany, 10, studenti di una scuola elementare cattolica, a completare tutti gli esercizi che gli insegnanti assegnavano loro. Avevano già affrontato la stessa fatica con il maggiore Jay, oramai maggiorenne. Così hanno deciso di portare la questione in tribunale e di mettere fine alla tortura familiare quotidiana.

L’ACCORDO PRIVATO – Ci hanno messo due anni per trovare un accordo privato con l’istituto: il «Piano differenziato dei compiti per i Milley», sottoscritto da tutte le parti, genitori, figli e insegnanti. Nel documento lungo due pagine si assicura che «finché frequentano la scuola attuale i due bambini non dovranno più fare i compiti a casa». Inoltre «i compiti non saranno usati come forma di valutazione del rendimento scolastico dei due alunni». In cambio, Spencer e Brittany assicurano che «concluderanno i loro lavori in classe e che andranno a scuola preparati». Letture e pratica con gli strumenti, invece, saranno consentiti in ambiente domestico.

LE PROVE IN TRIBUNALE – «Era una battaglia quotidiana – si giustifica la madre, intervistata dal quotidiano canadese Globe and Mail -. È dura convincere un piccolo piagnucolante che deve imparare le tabelline. Sono stanchi e non dovrebbero fare il doppio turno di lavoro. Perché avremmo dovuto sottoporli a un simile stress?». Per due anni Sherri li ha difesi nel solo modo che conosceva: raccogliere prove. Ha collezionato studi e ricerche sui doveri scolastici, la maggior parte dei quali, soprattutto per i più piccoli, non collegavano chiaramente il lavoro a casa e i risultati scolastici a fine anno. E alla fine l’ha avuta vinta. La sentenza “farà scuola” a Calgary, dove molti genitori si lamentano che i figli sono sobbarcati di compiti a casa.

Gheddafi, la lezione di Corano e l’uso delle ragazze

Corano e belle fighe
Corano e belle fighe

In questi giorni si fa un gran parlare dell’ultima visita di Gheddafi in Italia.

Il dittatore libico ha preteso la partecipazione di un certo numero di ragazze di bella presenza (100, 200, 300, 500 o 600 a seconda delle fonti)  pagate una sessantina di euro per ascoltare una sua lezione sul Corano. In uno dei passaggi ha affermato che “quello morto sulla croce non era Gesù ma un sosia”.

Ed ecco partire una valanga di critiche. “Sta bestemmiando, come si permette!”, “Ecco qual è la sua considerazione della donna: un oggetto esteticamente gradevole…”, “Come mai nessuno ha detto niente?”, (a me pare, invece, che ne stiano parlando molti invece, dai giornali a Facebook).

Non capisco lo stupore e l’indignazione.

Gheddafi ha il petrolio e allora può dire quello che vuole. Semplice no?

Perché scandalizzarci? Abbiamo sentito qualche “falsità” religiosa (come se ne esistessero delle vere!) e adesso ci dolgono le orecchie? Abbiamo scoperto che sono numerosissime le ragazze disposte a mostrare le cosce per 60 euro e ci scopriamo moralisti?

Abbiamo davvero la memoria così corta?

Di fronte al petrolio o alla convenienza economica e politica mettiamo da parte qualunque valore morale anche ben più importante di un’ipotetica mercificazione di alcune ragazze per Gheddafi.

Negli ultimi 20 anni, abbiamo bombardato la Serbia (D’Alema) per ottenere prestigio internazionale, siamo andati a fare la guerra agli iracheni per controllare i pozzi di Nassirja, occupiamo l’Afghanistan non ho ancora capito bene per quale motivo…

Ma di questo pare che non ci si scandalizzi più di tanto. O no?

Perché solo Ghedaffi suscita queste reazioni?

L’opinione di papa Ratzinger sul Crocifisso nelle aule di scuola

Fumetto in Latino con Ratzinger protagonista

Striscia a fumetti di Stefano Disegni
(pubblicata sul Fatto Quotidiano il 9 novembre)

Stefano Disegni sul Crocifisso a Scuola
Stefano Disegni sul Crocifisso a Scuola
(cliccare sulla vignetta per ingrandirla)

Stefano Disegni sintetizza in modo efficacissimo i veri valori della chiesa cattolica. Il latino maccheronico usato nei dialoghi è comicissimo!

Il Fatto Quotidiano è il mio quotidiano preferito in questo periodo. Da quanto è uscito compro solo quello, quasi tutti i giorni, ma la vignetta mi era sfuggita perchè ho saltato un giorno. Mannaggia.

Berlusconi addormentato

Per essere uno che si vanta di non dormire mai, s’è fatto una bella ronfata.

In modovisione.

(c’è chi sostiene che sia meglio così, visto che quando è sveglio Berlusconi dice cazzate, frequenta minorenni, combina disastri, spreca i soldi degli italiani, ecc. ecc. – ma sì, dai. Lasciamolo così, addormentato)

Comunque il nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è già esibito in simili performances. E se addormentarsi ad un discorso di Medvedev in fondo in fondo è pure un po’ comprensibile, ci stupiamo di più del sonnellino durante una finale di Champions…