A qualcuno piace Brunetta (a volte)

Questa sera ho avuto a che fare con degli di impiegati pubblici eccessivamente fiscali e soprattutto scortesi.

La voltapagine
La voltapagine

Per cominciare ho chiesto il modulo per la raccomandata ad un impiegato che prima di passarmi la carta si è dato una bella insalivata all’indice. Mentre ero in coda ho notato che lo faceva sempre, ogni volta che doveva prendere una carta e passarla a qualcuno. Che schifo!

(non sono molto schizzinoso in genere, ma la quantità di saliva usata era veramente eccessiva)

Poi un utente che stava facendo la coda, con il suo bel numerino in mano, ha lasciato due buste sul tavolo ed è corso fuori in macchina a prendere una penna per compilare il modulo della raccomandata.

Mentre era fuori, un’impiegata ha chiuso le porte e il tipo è stato lasciato fuori.

Ho cercato di richiamare l’attenzione della tipa che aveva chiuso la porta. Prima mi ha zittito sgarbatamente e poi, quando mi ha degnato della sua attenzione, ha detto che l’orario di chiusura era passato.

Le ho fatto notare che il signore aveva iniziato a sbracciarsi di là dal vetro da diversi minuti, comunque ben prima delle fatidiche 18:30.  Le ha detto di aver chiuso le porte 4 minuti oltre l’orario di lavoro. Fatto falso (o orologio in anticipo) avevo controllato.  Le ho fatto allora presente che il signore aveva il numero d’attesa in mano e che aveva lasciato le sue buste dentro, sul tavolino.

Ha risposto che qualcuno degli utenti, uscendo, gliele poteva portare! Infine ha concluso dicendo che non poteva fare più niente: era rischioso e lei non poteva prendersi la “responsabilità” di riaprire la porta.

Una vera stronza.


Ci sono tantissimi impiegati pubblici affabili, cortesi, competenti e motivati. Persone che mettono a proprio agio gli utenti e che cercano di risolvere i problemi.

Però, capita con una frequenza eccessiva di trovarne anche di scorbuti, arroganti, eccessivamente fiscali. Dipendenti pubblici che, invece di essere al servizio del cittadino, trattano gli utenti dall’alto in basso, mentre si divertono ad usare il piccolo potere di cui dispongono.

Beh, in quei momenti credo che tutti facciano il tifo per Brunetta.

Ed è un vero peccato.

Brachino e Sallusti. Due Natural Born Killers.

Ovvero, perchè Natural Born Killers di Oliver Stone spiega l’efficacia dell’attacco di Canale 5 contro il giudice Raimondo Mesiano.

Juliette Lewis
Juliette Lewis

Qualche giorno fa durante Mattino 5 (una trasmissione di Canale 5) è stato mandato in onda un servizio per denigrare il giudice Mesiano, quello che ha condannato Fininvest ad un risarcimento nei confronti della CIR, cercando di delegittimare così la sentenza. Durante il servizio Alessandro Sallusti intervistato da Claudio Brachino, lo dice chiaramente.

Mesiano è stato seguito dalle telecamere a sua insaputa e il servizio è imperniato sulla descrizione di quanto è stato ripreso di nascosto. La tesi è questa: se il giudice è strano, sono strane anche le sue sentenze e perciò la sentenza Fininveste dev’essere annullata – “Lo dice il buon senso”, chiosa Sallusti. Perciò ogni dettaglio del servizio – lo stile usato, il tono e i commenti della voce narrante, l’ironia delle osservazioni, gli interventi degli ospiti in studio – è coerente con la descrizione di un personaggio inaffidabile e stravagante.

Tutto tranne il contenuto reale. Infatti, quanto si può oggetivamente osservare non ha NULLA di disdicevole. Tutto è assolutamente normale: una passeggiata, un’attesa del turno, un vestito casual, il taglio dal barbiere, una sigaretta… Episodi assolutamente insignificanti della vita di Mesiano, ma raccontati come se Mesiano avesse tenuto un comportamento stravagante.

Questa tecnica di racconto – se non si guarda il servizio con attenzione e con un po’ di spirito critico – lascia nello spettatore la “sensazione” che Mesiano sia effettivamente un po’ strano. La tecnica del racconto riesce a prevalere sull’effettivo contenuto. soprattutto negli spettatori distratti o comunque non abituati a riconoscere al volo questi i meccanismi mediatici.

A me è tornato in mente il capolavoro di Oliver Stone Natural Born Killers, un film visionario e geniale del1994, di una violenza estrema, che contiene una tremenda critica ai media e alla loro capacità di generare violenza. (Putroppo il film uscì quasi in contemporanea del capolavoro di Tarantino Pulp Fiction, di più facile fruizione, e perciò non ebbe il successo che secondo me meritava).

Oliver Stone racconta la fuga disseminata di omicidi per futili ragioni di Mallory e Mickey, due ragazzi con la vocazione di assassini (da qui il titolo). Seguono il viaggio degli spietati fidanzati la polizia e, soprattutto, un giornalista che racconta la loro vita esaltandoli e traformandoli in vere e proprie star, in “famosi” diremmo oggi…  Non vi racconto come va a finire, ma vi consiglio di guardare il film.

Una serie di flashback racconta le origini e i perché di tanta violenza. Particolarmente significativo è il racconto su Mallory (la ragazza) in cui si motivano le ragioni della sua aggressività individuandole nella sua adolescenza in famiglia di disadattati.

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I love Mallory

Stone, per raccontare questa adolescenza difficile, usa lo stile della sitcom. Qui sta la trovata geniale di Oliver stone e in questo sta anche la dimostrazione della superiorità del format rispetto al contenuto.

Mentre lo spettatore guarda la sitcom “I love Mallory“, non può fare a meno di ridere. Sì, le battute sono grevi (il rutto del fratello, per esempio, o le esagerazioni con cui il padre descrive il modo di vestirsi di Mallory), ma i tempi, le pause, le facce ammicanti degli attori, gli applausi e le risate di sottofondo fanno spesso partire una risata involontaria.

Ecco il filmato, vi invito a guardarlo.

I love Mallory

Avete guardato? Bene.

E adesso seguitemi, anche se sicuramente ci sarete arrivati anche voi.

C’è bisogno di un vero e proprio sforzo intellettuale per distaccarsi dal meccanismo mediatico e per rendersi conto Stone non ci sta raccontando qualcosa di buffo, ma la tragedia di una ragazza violentata dal padre, con una madre debole e incapace di reagire e di difenderla. C’è bisogno di uno sforzo per NON ridere, per comprendere la tragedia.

I love Mallory è una splendida dimostrazione della superiorità del mezzo rispetto al contenuto.

E questo spezzone, secondo me, è anche un’ottima dimostrazione pratica dell’inaudita gravità dell’operazione di linciaggio organizzata da Canale 5 per sputtanare il giudice Mesiano.

Per far ridere bisogna parlare di merda

Un simpatico bambino
Un simpatico bambino

Una volta ho letto la citazione: “Per far ridere bisogna parlare di merda”. Non ricordo assolutamente chi l’ha detto (anzi, se mi potete aiutare, lasciatemi un commento) ma doveva essere qualcuno di importante, tipo Goldoni oppure Luttazzi.

Comunque è vero, la coprolalia funziona sempre. Anche oggi, nell’epoca di Internet, si trovano buontemponi che si dilettano in operazioni come quella che vi propongo.

Un simpatico bambino partecipa allo Zecchino d’Oro e dopo aver passato diverse selezioni approda alla diretta nazionale.

Mi raccomando. Se anche voi avete sentito la citazione del titolo, lasciatemi un commento che correggo il post.