Mesiano il giudice stravagante. Linciaggio mediatico di canale 5

Raimondo Mesiano, il giudice che ha osato condannare Fininvest

Dopo la condanna al risarcimento di 750 milioni alla Cir, il giudice Mesiano è stato oggetto delle attenzioni di Mattino 5, una trasmissione popolare di largo ascolto.

Questo sì è un uso criminoso della televisione

(aggiornamento 2 maggio 2021: questo era il link di 12 anni fa, ma adesso il video è stato rimosso http://youtu.be/yxrpUw9pBCg )

Un servizio illustra bene la  tecniche usate da Mediaset per cercare distruggere il prossimo. Non gli serve avere un “colpevole”, gli basta inventarselo.

Perciò pedinano il giudice di nascosto. Non trovano nulla.

Allora, cercano di screditarlo descrivendo i suoi comportamenti normalissimi come se fossero particolarmente disdicevoli o come se stesse facendo qualcosa di cui vergognarsi.

“… alle sue stravaganze siamo ormai abituati…”

Quali saranno le sue stravaganze?

“Davanti al negozio del suo barbiere di fiducia attende il turno. E’ impaziente. Non riesce a stare fermo. Avanti e indietro. Si ferma, aspira la sua sigaretta e poi ancora, avanti e indietro”

“Si rilassa solo al momento di barba e capelli”

“Continua la sua passeggiata. Due sole volte si sofferma: una al semaforo; l’altra a pochi metri dal passaggio pedonale per accendere l’ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all’incontrario”

E alla fine. Visto che non fa proprio nulla di strano il “servizio” si sofferma sul suo abbigliamento.

“… ci regala un’altra stranezza. Guardatelo seduto su una panchina: camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare

Uno che porta calzini del genere non può essere un buon giudice!

In studio il “giornalista” Alessandro Sallusti che è stato istruito ed è pagato proprio per tirare mazzate al giudice Mesiano, e cerca di proseguire con la demolizione. Ma è difficile questo compito visto che non c’è proprio nulla su cui appigliarsi.

Ed ecco che che Sallusti ha un colpo di genio: e presenta un normale rinvio di udienza – magari dipeso da ragioni giustificabilissime e per altro piuttosto comune nella giustizia italiana – come una colpa gravissime.

Durante il suo intervento, il Sallusti ha un paio di lapsus molto significativi. In questi giorni infatti Sallusti ha ricevuto l’incarico di demolire De Benedetti. Ce l’ha sempre in mente e gli scappa pure un:

“Silvio de Ben.. ehm Silvio Berlusconi”

Ma quello più divertente è quando parla dei guai con la giustizia di Berlusconi.  La strategia mediatica è chiara. non si può dire che Berlusconi ha dei problemi con la giustizia, ma sono tranelli preparati ad arte dalla magistratura. Sallusti, che non mi sembra un’aquila, si sbaglia. Ma subito rettifica:

“Silvio Berlusconi è inciampato in uno dei tanti problemi… ehm dei tanti tranelli che gli mettono sulla strada.”

C’e’ del grottesco in questo servizio, ma chissà perché non mi viene tanto da ridere.

La Binetti deve rimanere nel Partito Democratico. E’ il PD che deve andarsene.

Binetti è dell'Opus Dei
Binetti è dell'Opus Dei

Dopo il voto contrario alla legge sull’omofobia, molti vogliono espellere la Binetti dal PD. Non sono d’accordo.

Mentre cercavo di chiarire a me stesso sul perché non ritengo ingiusta ogni ipotesi di espulsione, mi sono imbattuto nel doppio editoriale de “Il fatto quotidiano”. Uno di Luca Telese e uno di Antonio Padellaro. Il primo per l’espulsione della Binetti dal PD e l’altro no.

Mi sono riconosciuto nella posizione di Padellaro, che conclude il suo pezzo dicendo: “… qualcuno l’avrà pure reclutata, con quell’opportunismo tipico di chi pensa di fare politica con le figurine: un industriale qua, una suorina là… Troppo semplice dire: non ci serve più. Lei è il cilicio che il PD ha volontariamente indossato. Che se lo tenga.

E’ il PD che è nato male, che è sbagliato, proprio perchè ha arruolato nelle sue fila persone come la Binetti. E’ anche per questo che non mi sfiora neppure di striscio l’idea di sostenerlo con il mio voto.

Molti sperano in una “mutazione” del partito democratico, un cambiamento che lo porti ad essere un vero partito di sinistra. Ma non credo sia possibile. Il PD è un edificio costruito con progetto sbagliato. Inutile tentare di riadattarlo, di correggerlo. Molto più semplice abbatterlo questo edificio pericolante e ripartire con un progetto per un vero partito di sinistra.  O forse due.