Giuro che non stavo cercando l’errore, ma la cartina a pagina 4 del Manifesto di oggi, 6 novembre 2008, riporta al posto del Colorado la Colombia.
Inoltre il Manifesto, non solo si unisce alla massa di giubilanti per Obama, ma confina in un riquadrino le voci non allineate che si permettono qualche critica ad Obama.
Comincio veramente a credere che bisognerebbe pietosamente staccare la spina che tiene in vita il Manifesto artificiosamente (finanziamenti) e tra inutili sofferenze (dei lettori).
Cossiga. Peccato che sia uno stronzo, perchè ha spesso delle uscite divertenti. Dopo l’elezione di Obama, Cossiga ha mandato una lettera di auguri e congratulazioni … a Veltroni. Sembra che Walter non abbia neppure capito che lo stava prendendo per il culo.
Bisogna ammettere che la favola di Obama è proprio bella.
Honolulu il luogo natale di Barak Obama (il 4 agosto 1961). Non male, se uno deve scegliere un posto per nascere…
Kogelo, in Kenia, invece, è il paese dov’è nato il padre di Obama, poi emigrato. In questo villaggio keniota vivono ancora uno zio e la la nonna 87enne. Perciò festa grande a Kogelo e addirittura proclamata giornata di festa nazionale in tutto il Kenya.
Poche le voci critiche in Italia. Il Manifesto le confina in un riquadro che avrà una superficie sì e no di 1/32 di pagina. Dice che solo la “sinistra radicale” sì, proprio questa è la definizione de “Il Manifesto) non si unisce al coro di giubilo. Personalmente trovo condivisibili tutte le posizioni raccontante nel succintissimo spazio.
Bertinotti dice che l’elezione di Obama è un fatto storico, ma che non può salvare la sinistra italiana, che deve ripartire da zero.
Ferrero si limita a valutare positivamente l’elezione di un presidente nero negli USA (che hanno sempre avuto qualche problemino di razzissmo).
Ferrando gioisce per la sconfitta di Bush, ma rileva che i programmi di Obama non evidenziano alcuna svolta di fondo.
Anche Obama chiude il suo discorso invocando la benedizione di Dio sugli ascoltatori e sull’America. Nessun progresso sulla strada della liberazione dalla religione.