Ieri sera abbiamo noleggiato un film che, sulla carta, sembrava promettente: premiato al Sundance Festival per la sua originalità e in un numerosi altre rassegne; rivelazione al festival di Roma; il titolo è una citazione ad una anachica francese dell’800; sulla sovracoperta ci sono frasi riportati da giornali e critici famosi che lo descrivono favorevolemente – “una via di mezzo fra Terry Gilliam e i fratelli Cohen”, “fa morir dal ridere”. Anche la trama non sembrava male: operaie francesi rimaste senza lavoro (e senza fabbrica) investono i loro pochi soldi per far fuori il padrone, assoldando un killer. Solo che il killer è un idiota.
Risultato: a parte la scena iniziale di una strampalata cremazione il film è banale e noioso. Spesso è cinico (e va benissimo) solo che è un cinismo fine a se stesso che non raggiunge l’obiettivo, cioè non fa ridere.
Tenetevene alla larga e se volete una recensione decente e soprattutto onesta ecco quella di Alessandro Baratti, su Gli spietati.