Non so perché, ma fin da bambino sono stempre stato affascinato dalle civiltà della mesopotamia. Forse perché gli antichi abitanti di quelle terre avevano elaborato miti che durano fino ai nostri giorni, o perché da quelle popolazioni ha origine la civiltà come la conosciamo oggi. Non so, però, ad esempio, se faccio una vacanza a Parigi, non manco mai di visitare la sezione assiro-babilonese oppure mi sono andato a leggere l’epopea di Gilgamesh (dove l’eroe incontra Utnapisthitim, che come Noè costruisce una barca e si salva dal diluvio) o roba del genere e notizie di quelle popolazioni riescono a richiamare facilmente la mia attenzione.
Qualche giorno fa è stata diffusa la notizia di un ricercatore inglese dell’università di Cambridge, Martin Worthington, che ha pubblicato su un sito alcuni poemi assiro e babilonese e li ha letti dando un suono plausibile a quell’antica lingua morta.
E’ un lavoro, per me, incredibilmente affascinante. Se nessuno parla più queste lingue, com’è possibile dare loro un suono? Si tratta di soprattutto di un lavoro di confronto con le lingue conosciute e correlate (Arabo, Ebraico, Etiopico), o di capire le fonti con parole assire o babilonesi, sono scritte usando alfabeti noti, come il greco o l’aramaico.
Sono andato ad ascoltare e vi ripropongo alcuni collegamenti.
- Dall’università di Cambrdige, l’audio.
ll ricercatore legge un inno a Isthar. - La trascrizione
da tenere sott’occhio mentre si ascolta - Le faq sull’Assiro e il Babilonese
- L’archivio di tutte le registrazioni
con voci diverse anche femminili
Veniamo però a qualcosa di più comico
Qualche giorno dopo,su Radio DJ, Linus e quei folli di Elio e le storie tese hanno ripreso l’argomento e hanno riascoltato l’inno ad Ishtar e hanno cercato di dare una loro interpretazione.
http://www.youtube.com/watch?v=jr1uzizpMTU