Chi mi conosce sa che l’argomento “legge elettorale” mi sta particolarmente a cuore. Il metodo di elezione dei parlamentari (o di altri organi) non è solo uno stumento tecnico, ma il modo con cui si rende effettiva la democrazia (o la selezione dei migliori). Lo strumento che stabilisce per davvero “chi comanda” in politica. Per questo motivo i partiti hanno imbrigliato gli elettori in una legge elettorale schifosa che esprime una concezione riduttivamente bipolare e che delega i leader di partito la spartizione del potere.
Questa mattina ho letto un articolo Marco Ottanelli su Democrazia Legalità: La nuove legge elettorale si può fare anche oggi. Volendo.
(Nota del 13 agosto 2013: non c’è più l’articolo tolto il link)
L’ho trovato stupendo e vi suggerisco di andare a leggerlo.
Se non avete voglia (tra l’altro è impaginato malissimo) ecco un estratto per punti.
- Stante la nostra Costituzione, non c’è alcun bisogno di costituire alcun governo di transizione per cambiare la legge elettorale, né di alcun ribaltone: basta una proposta di legge
- Chi predica la necessità di un “governo tecnico per fare la nuova legge elettorale“, di pochi mesi, o, come assurdamente è toccato sentire, a scadenza di 90 giorni, o mente sapendo di mentire, o vuole surrettiziamente arrivare al potere sull’onda di una emozione.
- A tutti i partiti va benissimo la legge Calderoli perchè
- permette alla segreterie di scegliere i “favoriti del principe” e anche di evitare le sorprese dell’urna.
- perché concretizza, nella indicazione obbligatoria del “candidato presidente del Consiglio”( unico suo elemento che comporta reali dubbi costituzionali) l’ideale nascosto di ogni partito attuale, il cieco leaderismo.
- Nel caso ipotetico che gli attuali partiti di opposizione volessero comunque cambiare davvero la legge, essi non hanno un progetto unico valido, proponibile, ma mille confuse e pasticciate idee finto salvifiche che sono tutte incompatibili le une con le altre, essendo state pensate […] solo ed esclusivamente in funzione […] di danneggiare il più possibile le altri parti in causa.
- a dimostrazione di quanto sopra detto viene citato il caso dell legge elettorale regionale Toscana (in vigore prima del porcellum, tanto che Calderoli, nel 2005, parlava apertamente di “modello toscano”); se la volontà ci fosse, la coalizione PD, IDV, e sinistre potrebbe cancellare la legge elettorale della Toscana e proporne un’altra a modello. Ma ovviamente, non lo fanno.
- come seconda dimostrazione sta nel fatto che i partiti riescono ad accordarsi in 5 giorni sulla legge elettorale quando lo vogliono per davvero, come accadde per legge per le europee, dove PDL, Lega, PD e IDV si sono allegramente messi all’opera per approvare lo sbarramento al 4%, che ha tenuto fuori da Bruxelles tutte le sinistre, e ha permesso loro di spartirsi la torta in quattro invece che in 6-7.