Gli scrutini delle Europee 2014 sono sostanzialmente appena iniziati. Gli exit-poll danno un Partito Democratico al 34,5% (lasciamo perdere le proiezioni che in questo momento lo fanno veleggiare al 41%); il M5S è il secondo partito al 25,5 e Forza Italia al 17%. Gli alleati del PD al governo corrono il rischio di essere sotto la soglia (per Monti è una certezza).
In una situazione del genere, io, proporzionalista convinto e contrarissimo alla vocazione bipolare e maggioritaria del PD, sono soddisfatto. Se questo risultato sarà confermato (ma più voti prende il PD più avrò ragione), sono sicuro che l’Italicum sarà messo in un cassetto e non ci sarà più alcuna possibilità per il PD di produrre leggi elettorali in senso maggioritario.
Il bipolarismo è finito: Forza Italia, alleato del PD sulla quella brutta strada, non è neppure il secondo partito, è il terzo, e ha la metà dei voti del PD. Non ha nessuna speranza di vincere al prossimo turno elettorale e il suo leader (Berlusconi) non può aspettare molto per banali ragioni anagrafiche. Un appoggio sul maggioritario da parte del secondo partito, il M5S, i piddini possono scordarselo dato che i grillini non solo non fanno accordi ma hanno appena elaborato una proposta di legge proporzionale. I partiti più piccoli – alleati del PD – corrono il rischio di sparire definitivamente. Quando modificheranno la legge elettorale per dare attuazione alla sentenza della corte costituzionale che bocciava il porcellum, è probabile che sparisca anche la soglia di sbarramento.
Senza nessun sostegno da parte di Forza Italia e degli alleati di governo il sogno del bipolarismo e del maggioritario del PD è definitivamente tramontato. Evviva! Ci sarà un grande ritorno del proporzionale. Evviva due volte. Finalmente l’Italia ritornerà ad essere un paese democratico, in cui anche le minoranze potranno partecipare alla formazione delle leggi e alla conduzione del paese.
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Dimenticavo: senza le sue ragioni fondanti (bipolarismo e maggioritario) il PD non ha più senso di esistere e scomparirà prima di quanto non ci immaginiamo. Evviva per la terza volta.
Mi ero messo in testa di scrivere un breve pezzo su come si vota alle comunali di Modena del 2014. Pensavo fosse una cosa semplice, e invece è un bordello terrificante. Non so se riuscirà a fare chiarezza, ma vi scrivo quello che ho capito io e spero che vi sia utile.
Nota: mi limito a considerare le votazioni del sindaco per Modena, comune che ha più di 15.000 abitanti. Ovviamente in Italia non potevamo avere una legge elettorale unica per tutti i comuni, ma abbiamo la distinzione tra comuni grandi e quelli piccoli. E vabbè…
A mio avviso sarebbe stato tutto molto più chiaro usando due schede, ma – forse per spirito ecologista – si è preferito fare tutto con una sola scheda. Questa
Come si vede ci sono, in una sola scheda appunto, i nomi di tutti i candidati alla carica di sindaco e anche i simboli di tutte le liste. Alcune liste, che sostengono lo stesso candidato sindaco, formano una coalizione sono messe una accanto all’altra.
Nel caso di Modena abbiamo 7 candidati sostenuti da una sola lista e 2 candidati sostenuti da una coalizione:
Stefano Bellei, sostenuto dalla Lega Nord
Giuseppe Pellacani, sostenuto da una coalizione di 3 liste (UDC, Forza Italia e Fratelli d’Italia)
Adriana Querzè, sostenuta da una lista civica Per Me Modena
Marco Bortolotti, sostenuto dal Movimento 5 stelle
Vittorio Ballestrazzi, sostenuto da ModenaSaluteAmbiente.it
Gian Carlo Muzzarelli, sostenuto da una coalizione di 5 liste (Moderati Per Modena,PD, SEL, Centro Democratico e Comunisti Italiani).
Carlo Giovanardi, sostenuto dal Nuovo Centro Destra
Flavio Novara, sostenuto da L’Altra Modena
Antonio Montanini, sostenuto da Cambiamo Modena
Opperò, un sacco di gente si candida a Modena, alla carica di sindaco. 9 candidati! E per il consiglio comunale entrano in lizza ben 15 liste!
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Come si vota
Passiamo al secondo punto. Di per se non è complicato, vediamo un po’. Come dicevo è si vota per due cose per il sindaco e per il consiglio comunale. Ma ne abbiamo soltanto una scheda. Questo (e la legge elettorale) ci porta ad avere diverse possibilità di voto, ma se non stiamo attenti, corriamo il rischio di votare per una sola di queste due possibilità (solo il sindaco) senza esprimere preferenza per il consiglio comunale
1. Un segno soltanto: sulla lista prescelta (senza segnare il candidato sindaco)
Bene. In questo caso voto per il consiglio comunale, ma automaticamente il mio voto va anche al sindaco sostenuto da quella lista.
2. Due segni: uno accanto al nominativo del candidato sindaco e uno su una delle liste collegate
Ottimo. Anche in questo caso il mio voto conta sia per il sindaco, sia per il conteggio dei seggi in consiglio comunale.
3. Due segni: uno accanto al nominativo del candidato sindaco e uno su una lista non collegata (è il famoso voto disgiunto)
Buona scelta anche questa. Il contrassegno vicino al nome del sindaco sarà utilizzato per la votazione del sindaco. Il contrassegno sulla lista, servirà per ripartire i seggi in consiglio comunale. Non è obbligatorio votare per una lista che sostiene il candidato sindaco segnato. Posso votare per esempio per un qualsiasi candidato sindaco tra quelli disponibili e poi segnare come lista L’Altra Modena. Cosa peraltro che suggerisco di fare a chi preferisce un candidato diverso da Flavio Novara, pur apprezzandolo. In questo modo darà una mano a L’Altra Modena ad avere un consigliere, che sarà comunque Flavio Novara. (magari riprendo il discorso poi parlando di preferenze)
4. Un segno soltanto: accanto al nominativo del candidato (senza indicare la lista)
ATTENZIONE. In questo caso sarà come rinunciare al voto per il consiglio comunale. Dice infatti l’articolo 6, comma 3 del DPR 132/1993 che “vale solo come voto per il candidato stesso, esclusa ogni attribuzione di voto alla lista o alle liste collegate”
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Preferenze
Un discorso quasi a parte per le preferenze, che sono utili per determinare poi CHI entrerà nel consiglio comunale. La legge ci consente di indicare oltre alla lista anche il cognome di uno o due candidati.
Alcune avvertenze.
Le preferenze sono facoltative
Posso metterne una oppure due
Se ne metto due devono essere di sesso diverso; se sono dello stesso sesso conta solo la prima
Le preferenze devono essere manifestate, esclusivamente, per candidati compresi nella lista votata.I cognomi indicati devono appartenere alla lista contrassegnata. Non è possibile segnare una lista ed esprimere preferenze di persone appartenenti ad un’altra lista.
Un paio di esempi:
Indicazione con un solo candidato al consiglio comunale
(e mi perdonerete se uso il mio cognome come esempio…)
Indicazione con due preferenze di sesso diverso
Osservazione personale. A me fa scappar da ridere questa cosa dei sessi. A parte il fatto che per me è una norma anticostituzionale (ma io non sono un costituzionalista e quindi mi fermo qui), ma mi pare già abbastanza bislacca l’idea che uno, per indicare le preferenze, debba verificare il sesso della persona preferita. Non ho controllato se nei tabelloni elettorali è specificato il sesso, se no che si fa? Una tastatina? E con in transgender come la mettiamo? E con gli ermafroditi? Ma per favore…
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Chi viene eletto sindaco
Oh, questa è semplice: è proclamato sindaco chi ottiene la maggioranza assoluta (50% più uno) dei voti validi.
Sì, ma se nessun candidato raggiunge il 50% più uno?
Beh, allora si chiamano i cittadini a votare una seconda volta, dopo due settimane, per scegliere tra i due candidati che hanno ricevuto più voti. Chi prende la maggioranza vince. E’ il cosiddetto ballottaggio.
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Come si attribuiscono i seggi in consiglio comunale
Per ogni lista conteggiano i voti validi (cifra elettorale) ottenuti al primo turno. Le liste che al primo turno non hanno raggiunto il 3% o che non appartengono a coalizioni che hanno raggiunto il 3% non prendono seggi. Quindi primo obiettivo di ogni lista o coalizione è di riuscire ad almeno il 3% dei voti.
Poi, usando il metodo D’Hondt (che ve lo spiego poi un’altra volta), si ripartiscono i seggi spettanti ad ogni lista o gruppo di liste. E’ un metodo sostanzialmente proporzionale.
Dopo aver calcolato quanti seggi spettano alla coalizione (o alla lista) del sindaco c’è una verifica per vedere se è il caso o meno di dargli un premio di maggioranza. Questo premio non spetta ad una coalizione che ha già più del 60% dei seggi (a Modena 20 seggi), perché si suppone ne abbia a sufficienza per governare. Bisogna che ne abbia meno.
Se alla coalizione del sindaco vincente spettano del 60% dei seggi (cioè meno di 20 a Modena), si verificano due condizioni
che la sua lista (o il gruppo) collegato al sindaco abbia preso almeno il 40% dei voti validi
questa prima condizione viene verificata solo nel caso di elezione diretta, non al secondo turno
che nessuna altra lista abbia preso il 50% dei voti (com’è possibile che uno vinca e gli altri abbiano più del 50% dei voti? E’ possibile, perché qui contano i voti di lista non i voti del candidato sindaco)
Se queste condizioni si verificano, allora si ricomincia la divisione dei seggi. Il 60% (a Modena 20 seggi) viene suddiviso tra le liste che hanno sostenuto il sindaco; il 40% (a Modena 12 seggi) viene suddiviso tra le liste “perdenti”
Ok. D’accordo, lo so. Il sistema è abbastanza complicato, ma la cosa importante da capire è che nella ripartizione dei seggi contano i voti attribuiti alla lista, per questo è FONDAMENTALE segnare anche la lista e non soltanto il candidato sindaco. Come abbiamo visto prima i voti assegnati solo al sindaco non entrano nel riparto.
Nota: qualcuno avrà fatto caso che il 60% di 32 seggi è 19,2 che si dovrebbe arrotondare a 19 e non 20. C’è gente che si è scannata su questo. La cosa è un po’ andata oltre e ci ha pensato il Consiglio di Stato a fare chiarezza, con questa sentenza consiglio di stato 1197/2012
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Assegnazione dei seggi ai singoli candidati
Una volta che si sa quanti seggi spettano a ciascuna lista o gruppo di liste, si procede ad ulteriori suddivisioni tra le varie liste che componevano la coalizione (sempre con il metodo d’Hondt). Finalmente abbiamo il numero preciso di seggi da assegnare a ciascuna lista. Il primo seggio spetta al candidato sindaco non eletto, gli altri secondo il numero di preferenze ricevute individualmente.
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Cosa e come votare alle elezioni comunali di Modena del 2014
A questo punto cosa volete che vi dica? Chi votare? E’ ovvio che io ritengo piuttosto importante il sostegno a L’Altra Modena e che per me il voto ideale è questo, con tanto di preferenza al sottoscritto, giusto per soddisfazione personale.
Alcune persone a me vicine da tempo hanno già deciso di votare per qualche altro candidato sindaco, e hanno senz’altro ottime ragioni per farlo. A loro e a voi che leggete rivolgo questo invito. Ricordate che con questa unica scheda si vota due volte. Una volta per eleggere il candidato sindaco e l’altra per eleggere i consiglieri comunali. Se proprio non ve la sentite di appoggiare l’Altra Modena nella corsa alla poltrona primo cittadino di Modena, ma sentite di avere una certa affinità con la nostra linea, ricordate che il voto disgiunto è una possibilità e che contrassegnando la lista L’Altra Modena potremo avere un po’ di forza in più per riuscire a costruire un domani la tanto attesa unità della sinistra.
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A poche ore dal voto, Renzi non è più sicuro di avere la fiducia. Secondo me anzi, ha deciso che non ce l’avrà proprio. In ogni caso, il problema è questo. Come può Renzi uscire da questa situazione senza rimediare una figura di merda galattica? Semplice, qualora mancasse la fiducia, bisogna che la colpa ricada qualcun altro. Berlusconi? Civati? Il m5s? Gli elettori? I rottamati che non si arrendono? Non importa. Ma bisogna che qualcuno se la prenda. E allora ecco il primo segnale.
Traduzione. Se non ci darete la fiducia, che non vi venga neppure in mente di attribuire di dire che l’uomo del fare, non è riuscito a fare una cippa, e quindi di mandarlo a casa. Renzi rimarrà in ogni caso saldamente al suo posto e guiderà il PD alle elezioni. Dove ovviamente sarà sonoramente battuto, a tutto vantaggio del Berlusca. E la storia si ripeterà.
Però io credo che stiano facendo e rifacendo freneticamente i conti e che siano arrivati alla conclusione che la fiducia non ci sarà proprio e quindi domani meglio arrivare ad una sfiducia chiara e netta pronti a far ricadere la colpa su qualcun altro.
E infatti è arrivata la dichiarazione che probabilmente farà mancare la fiducia, fatta dal parafulmine Delrio (mica da Renzi in persona così si può sempre smentire). Una dichiarazione che, se non ritrattata, prepara il terreno alla sfiducia netta:
Ma come? Una legge su conflitto di interessi? Ma pensate davvero che dopo una simile uscita Berlusconi e il NCD vi possano ancora votare la fiducia? Non potete crederci anche voi. Specialmente tenendo conto che appena il 29 gennaio scorso lo stesso Delrio dichiarava «Legge sul conflitto d’interessi? Il premier Letta non può chiedere la luna». Quindi, se non Berlusconi non vi vota, al colpa è sua, ma delle destra cattiva.
A dire il vero c’è anche la possibilità che Berlusconi voti in ogni caso per la fiducia, nonostante questa dichiarazione. (Ovviamente lo farebbe in virtù di qualche accordo extra parlamentare col condannato che poi il PD non farà nulla, tanto quelli del PD ci sono abituati a mandar giù rospi radioattivi). In questo caso la dichiarazione sul conflitto di interessi fatto oggi potrebbe avere un altro duplice scopo. In primo luogo potrebbe compattare l’opposizione interna (es. i Civatiani) che avrebbe un buon motivo per votare la fiducia ad un governo indigesto salvandosi la faccia. Se poi Civati decidesse di non votare comunque la fiducia, sarebbe colpa sua. “Ma come, mettiamo in programma pure il conflitto di interessi e quello str…. di Civati ci vota contro? Espelliamolo!”
Che fini strateghi questi “nuovi” politici del PD…