Come sapete, con un post sul mio viaggio in Yugoslavia 30 anni fa in bicicletta, ho vinto un premio come miglior amante (best lover). Il premio consisteva in una notte in un albergo della catena Best Western, con tanto di colazione in camera.
Io e Silvia abbiamo deciso di andare a Genova, una città che abbiamo visto molto velocemente solo una volta tanti e tanti anni fa. Tutte le volte che avevo attraversato Genova in auto avevo avuto un’impressione di caos, di disordine e la città non mi aveva fatto una buona impressione. Ma ultimamente tanti amici che c’erano stati mi avevano consigliato di tornare e di visitarla. Inoltre era da un bel po’ di tempo che mi ripromettevo di andare a trovare degli amici (lei di Belluno e suo marito genovese). Perciò abbiamo approfittato del premio per visitare Genova un po’ da soli e molto in compagnia di due persone che la città la conoscono bene. Ecco com’è andata.
Siamo partiti di sabato, con comodo e con la pioggia. Breve sosta in autogrill e arrivo a Genova a casa dei nostri amici (che abitano un po’ fuori). Prima scoperta: Genova non è poi così distante da Modena. Forse è distante solo mentalmente, perchè Modena è in pianura, Genova sul mare, e in mezzo ci sono gli Appennini… mah.
Comunque, dopo aver pranzato siamo andati tutti insieme in città. Abbiamo parcheggiato dalle parti di via 4 novembre (dopo aver lasciato i bagagli al Best Western City Hotel, il nostro premio…) e abbiamo cominciato l’esplorazione della città, raggiungendo Piazza de Ferrari e poi camminando per ore e ore. Genova è una città bella per camminare: ha un centro storico enorme e tanti dislivelli, che moltiplicano all’infinito gli scorci e le vedute sempre diverse.
Adesso scrivere tutto quello che abbiamo è veramente difficile. Provo a fare un elenco, un po’ seguendo lo stile della trasmissione “Vieni via con me” di Fazio e Saviano.
Perciò eccovi l’elenco delle cose che mi ricordo di Genova, a distanza di tre settimane.
- Piazza de Ferrari
forse perchè avevamo l’albergo lì vicino, ma ci tornavamo sempre - Il teatro Carlo Felice, sta fallendo… ma com’è possibile?!
- Le case con l’ingresso sul tetto, per arrivarci si attraversa una passerella
- La funicolare
- La colonia di pappagalli scappati dalle gabbie e ora liberi in città
ammetto: non li abbiamo visti, li abbiamo solo sentiti, ma mi fido del nostro amico, esperto ornitologo. - Le salite e le vedute paroramiche
- Il belvedere di Castelletto
- I tetti di Genova, da tutti i punti di vista
- Le vie strette strette, che ogni volta che giri l’angolo sei in un mondo diverso
- I personaggi strani che popolano la città
il nostro amico ci ha raccontato delle storie bellissime sugli abitanti di Genova, come quella della signora che gli ha fatto un fiore con la plastica del panino che stava mangiando per la pausa pranzo, e poi gliel’ha regalato - Il port, da dove partivano gli emigranti italiani non tanti anni fa
- Le stradine verso il porto che ricordavo deserte e invase dalle merde e che adesso sono pulite e vivacissime perchè ci sono andati a vivere gli extracomunitari, i migranti di oggi che in Italia ci arrivano
- San Lorenzo, Santa Maria delle Vigne e le altre chiese che compaiono all’improvviso
- Via Pre e via del Campo, la Commenda di Pre e tutti i musei che non abbiamo visto (ma quanti ce ne sono!)
- Il sommergibile Nazario Sauro
- La Lanterna (pensavo che fosse un monumento tenuto lì per ricordo e bellezza, invece funziona per davvero, pensa un po’ che ignorante che sono)
- Il molo vecchio e Genova vista dal mare che sembra un cielo stellato
- Il museo dedicato a Luzzatti
- La prigione dov’è stato imprigionato Marco Polo e dov’è stato scritto il Milione
- La storia di Luigi Bolis, partigiano torturato dai fascisti
- Porta Soprana
- La casa di Cristoforo Colombo
- Il quartiere che stanno demolendo e ricostruendo e che per qualche giorno ancora sarà l’unica zona di Genova dove si vedono gli effetti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
- I centri sociali
- La pasticceria dove abbiamo mangiato paste mignon buonissime
- Le friggitorie del porto
- Il posto, vicino al porto, dove fanno panini economicissimi prendendo degli ingredienti dalle vaschette come da Subway (gli americani non hanno inventato niente)
- Gli yacht di lusso che si pavoneggiano vanitosi
- Il negozio di scarpe per transessuali
- Il ragazzo che vende giornali comunisti in via Garibaldi e che chiama tutti “compagno”.
- I gelsi al porto
- La pizzeria dell’amico egiziano, che chiude alle 4 di mattina.
- Le puttane
- La trattoria da Maria (vicinissima al nostro albergo, non ci siamo stati ma come si fa in così poco tempo???)
- Le strade con i negozi divisi per tipologia, un po’ in abbandono, ma molti stanno rifiorendo
- I palazzi dei Rolli
- La maddalena penitente di Canova (palazzo bianco)
- La veduta dei tetti dal Palazzo Rosso
- I violini di Paganini
Fine dell’elenco (ma magari poi lo allungo un po’)
Il giorno dopo, domenica io e Silvia abbiamo dormito abbastanza (camminare è bello ma stanca) e non abbiamo approfittato della colazione in camera. Non fa per noi, volevamo uscire e girare un po’ per la città anche se pioveva. Abbiamo visto qualche museo e poi ci siamo ritrovati per pranzo con i nostri amici. Il tempo non era un gran che, ma siamo andati al mare a Cogoleto. E’ inutile, il mare d’inverno ha il suo fascino. Il mare era bello mosso e questo ha reso la passeggiata molto più bella, almeno per me.
Ormai era tardi e ci siamo rimessi in viaggio per Genova. Quando sono arrivato a casa mi sono accorto che avevo dimenticato il caricabatterie del cellulare in albergo (e te pareva che non lasciavo qualcosa in giro?). Comunque il giorno dopo ho telefonato e me l’hanno spedito a Modena.
Tornando da Genova mi sono letto un libro di Maurizio Maggiani: “Mi sono perso a Genova: una guida”. Forse avrei dovuto leggerlo prima. Mi premeva solo dire che è bello e che se non avete tempo di andare a Genova, be’ un po’ l’idea di Genova ve la dà. E di sicuro vi farà venire la voglia di andarci.