Ieri sera mi sono guardato “La grande strada azzurra”, un film del 1957 di Gillo Pontecorvo. Racconta la storia di un pescatore (Squarciò, Yves Montand) che usa un metodo di pesca poco ortodosso: l’esplosivo. Era lì da tanto tempo e avevo letto qualche riassunto senza capire neppure l’ambientazione. In alcuni siti c’è scritto che Squarciò è un pescatore siciliano, in altri sardo, in altri ancora greco. Invece è dalmata. I paesaggi sono stupendi e sono quelli della costa Dalmata (Canale dela Malacca principalmente).
Il pescatore ha ottimi rapporti con gli altri pescatori che lavorano usando metodi legali e, tutto sommato, buoni rapporti anche con i tutori dell’ordine. Tutto viene messo in crisi da due episodi: l’arrivo di un nuovo finanziere dotato di barca piuttosto potente, e in grado di beccarlo in flagrante, e un paio di incidenti con l’esplosivo che accadono al fidanzato della figlia (a sua volta costretto a maneggiare gli esplosivi per la chiusura della cava in cui lavorava) e ad un vecchio “bombarolo” incapace di adattarsi ad altri metodi di pesca.
C’è un po’ di tutto, rapporti familiari (fantastico il rapporto di Squarciò con i figli, due maschi e una femmina), con gli altri pescatori, con il proprietario del frigorifero, con i finanzieri…. uno spaccato sociale reso molto bene. L’individualismo e contemporaneamente la generosita’ di Squarciò. Generosità che viene messa in crisi, non appena subentrano le difficoltà economiche.
Insomma un bel film con splendidi attori. Oltre a Yves Montand, nel ruolo del protagonista, c’è Alida Valli, i due figli piccoli di Squarciò, teneri e struggenti, e – ad un certo punto – nelle vesti di uno spasimante della figlia di Squarciò vedo spuntare Mario Girotti. Con questo nome non è molto conosciuto, mentre tutti ricordano il suo nome d’arte Terence Hill…