Da un po’ di tempo ho l’impressione che l’attività di Google sia condizionata da una premessa: gli utenti sono dei deficienti (premessa che sfogliando un qualsiasi social network sembra empiricamente provata, ma lasciamo stare).
Cioè, quando si fa una ricerca, Google, invece limitarsi a cercare prendendo quello che ha scritto una persona, fa un ragionamento che presuppone l’incapacità di intendere e di volere di quell’utente. È come se Google dicesse, caro utente, hai cercato X, ma in realtà volevi cercare Y, te la faccio io la ricerca che tu avresti voluto fare se non fossi un idiota. E presenta dei risultati che c’entrano poco o nulla con quello che la persona stava cercando.
Questa mattina ho avuto la prova che Google fa proprio così.
Che cosa è, come funziona e a che cosa serve Wolfram Alpha?
Un amico mi ha posto questa domanda, che potrebbe essere anche di interesse generale. Perciò riporto sul blog la risposta.
Spiegazione seria
L’avevo seguito un po’ prima del rilascio ufficiale. Wolfram Alpha aveva creato molte aspettative: tutti pensavano che fosse un motore di ricerca che aveva più o meno lo stesso funzionamento degli altri (e lo stesso utilizzo) ma in grado di dare risposte molto migliori, grazie alla “comprensione” della domanda.
Vediamo le principali differenze tra un motore tradizionale e Wolfram Alpha:
Tendenzialmente (anche se c’e’ un cambiamento in atto) i motori di ricerca non interpretano la frase di ricerca, ma cercano semplicemente la presenza dei termini all’interno di una pagina. Wolfram Alfa “interpreta” il significato del richiesta, fa un’analisi semantica, e da’ la risposta.
I motori di ricerca tradizionali a fronte ad una domanda propongono una serie di link verso siti nei quali l’utente potrebbe trovare la risposta. Wolfram Alpha invece da direttamente le risposte (molto difficile però fare le domande).
Altra differenza: i motori tradizionali, per aumentare la possibilità di dare un buon risultato, analizzano un enorme numero di pagine. Wolf ha un numero di fonti limitato, ma molto qualificato.
Per funzionare, cioè per far si’ che Wolf riesca a dare una risposta, bisogna (a parte usare l’inglese) scrivere una domanda precisa. Siccome l’uso che viene fatto dai motori di ricerca di solito non è quello di fare domande precise, l’uso di Wolf è piuttosto difficile e non è molto diffuso.
Su un motore di ricerca avrei ottenuto due pagine di risultato diverse, e poi avrei dovuto spulciare tra i risultati per trovare la risposta.
1. how many inhabitants has belluno?
2. How many people live in Belluno?
(che danno risultati diversi)
Per certe cose sembra molto utile, ma di fatto lo uso pochissimo. Difficile fare domande molto precise (in inglese, poi…)
Sicuramente i risultati migliori si ottengono muovendosi in ambito scientifico, e statistico. Qui si ottengono bei dati con tanto di grafici. Per esempio
Il problema principale di Wolfram Alfa consisten nell’estrema difficoltà di fare le domande. E poi spesso non ha i dati disponibili.
Esempi divertenti
Se è difficile fare le domande azzeccando quelle giuste, Wolfram Alpha riesce però a dare risposte a domande di fondamentale importanza per l’umanità.
What is the average length of a penis? (qui Wolf rivela tutta la sua intelligenza, assumendo che si parli di peni in erezione; notare il riquadro dei confronti con altre cose)
Google dà risultati diversi a seconda del browser usato.: Un’interessante test effettuate da Chad Phillips prova che Google fornisce risultati diversi a seconda del browser usato. Era una cosa che avevo notato da tempo, pensavo però che fosse dovuta ai tentativi di Google di offrire ricerche personalizzate in base all’utente. Questo esperimento sembra dimostrare che, invece, più che la “storia” dell’utente, conta il browser usato. Mah…