Avrete visto tutti, in questi giorni, passare su FB le foto in accoppiata di tanti vostri amici. Una foto attuale e una di 10 anni fa. E’ la #tenyearschallenge e magari anche voi avete già postato l’impietosa accoppiata.
E’ divertente, bisogna ammetterlo.
Però Kate O’Neill (*) una celebre esperta di tecnologia (sulla cui obiettività personalmente nutro qualche dubbio) si pone una domanda: “Rifletto su come questi dati potrebbero essere usati per addestrare algorimi di riconoscimento facciale, stima dell’età e invecchiamento?”
E questo riflessione fa riflettere anche Enrico Pitzianti su Esquire: è il caso di abboccare alle mode degli hashtag e pubblicare le proprie foto che potrebbero essere utilizzate per mille scopi diversi?
Come spesso accade la risposta non è univoca, ma porsi la domanda e decidere con cognizione non è un esercizio inutile. L’unica risposta sbagliata, conclude Piztianti, è diffondere senza pensarci, farlo senza consapevolezza.
(*) Non Cathy O’Neil, autrice di “Armi di distruzione matematica”